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Magenta: dove finiscono i migranti che lasciano la Vincenziana? L’esempio di Muhammed, allontanato la scorsa estate

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MAGENTA Che fine faranno i richiedenti asilo che lasceranno la Vincenziana di Magenta? Non possiamo saperlo. Quello che possiamo sapere è la fine che hanno fatto i ragazzi che alla Vincenziana hanno vissuto, e anche per parecchio tempo. Naturalmente riuscire a rintracciare tutti coloro che sono transitati da Magenta è pressoché impossibile, ma con qualcuno siamo rimasti in contatto. Muhammed Secka è un gambiano classe 1995 arrivato come richiedente asilo alla Vincenziana nel 2014, appena cominciò la missione. E ci è rimasto fino al mese di giugno dello scorso anno, quando venne allontanato perché si rifiutò di seguire il programma previsto.

Si pensò subito ad un destino infausto per i ragazzi usciti dal programma di protezione. Si ipotizzò che per la maggior parte di loro l’unica possibilità per sopravvivere sarebbe stata quella di andare ad ingrossare le fila della criminalità. Non è stato così per Muhammed che non si è dato per vinto. Allontanato da Magenta e senza nessun aiuto è riuscito a trovare lavoro dopo avere ottenuto un permesso di soggiorno per casi speciali rilasciato a Bergamo lo scorso 11 dicembre che scadrà l’11 dicembre del 2020. “All’inizio non è stato facile, per un po’ di giorni sono rimasto sulla strada – racconta – poi, grazie a un amico, sono riuscito a stabilirmi dalle parti di Sarnico dove lavoro in un’azienda di lavanderie industriali. Ho il permesso per casi speciali che mi permetterà di rimanere in Italia anche con le nuove regole sulla sicurezza. A Magenta ho visto tantissimi ragazzi arrivare. Ho sentito parlare di 174 ospiti, ma io, che ero alla Vincenziana fin dal primo giorno di apertura del centro di accoglienza, posso dire di avere visto più di trecento persone”.

Al centro di via Casati serviranno ancora diverse settimane per chiudere definitivamente. Un giovane del Bangladesh parla, sia pur in un italiano stentato, di un’esperienza positiva. “Lavoro in un ristorante a Robecco come lavapiatti – commenta – mi piace quello che faccio. Ci hanno detto che, a breve, verremo trasferiti altrove. Ma, al momento, non sappiamo quando accadrà e dove ci manderanno”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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