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Magenta, don Giuseppe: “Città solidale e dal cuore grande”

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MAGENTA – “Magenta città solidale e dal cuore grande”. E’ quanto emerge dai numeri che dà il Prevosto Don Giuseppe Marinoni rispetto al ‘bilancio’ della Parrocchia di San Martino, ma più in generale, di tutte le Parrocchie di Magenta e delle sue frazioni. “In primo luogo – spiega Don Giuseppe – vorrei dire che c’è molto fermento, ma più ancora, una visione prospettica che unisce idealmente tutte le nostre Parrocchie”.  “Non sono uomo di numeri – premette il sacerdote – pur tuttavia,  ci siamo resi conto assieme al Consiglio Parrocchiale che mi affianca e che mi supporta, che c’erano una serie di interventi non più rinviabili”.

Ma veniamo ai primi numeri, già significativi. Lo scorso anno per la Parrocchia di San Martino sono usciti 689 mila euro, a fronte di entrate pari a 770 mila euro. Mentre per l’anno in corso, la previsione di spesa è pari a 782 mila euro. Ma si diceva c’è ‘fermento’ un po’ ovunque.

A Pontevecchio partiranno i lavori di ristrutturazione della Chiesa, nella fattispecie di abside, vetrate e organo per un totale di 200 mila euro. Mentre il rifacimento del tetto della Chiesa di San Giovanni Battista e San Gerolamo Emiliani necessiterà di un esborso pari a 400 mila euro.

“La sguardo sulla città è complessivo – non si stanca mai di ripetere don Giuseppe – e dentro a questo percorso non dobbiamo perdere di vista il nostro essere Cristiani. Da qui il corso biblico sui salmi, il lavoro educativo nei nostri oratori”. A questo proposito, il Prevosto cita riadattando in chiave religiosa la famosa frase di Massimo D’Azeglio. “Fatto un oratorio dobbiamo fare gli oratoriani. Qui sta il nostro impegno educativo, mi riferisco anche al recente incontro ‘Adolescenti sulla soglia’ ma anche la necessità di fare dell’oratorio un luogo d’aggregazione a tutti gli effetti”. Importante, in quest’ottica ricordare la realizzazione del nuovo campo da calcio in erba sintetica da poco inaugurato.  Qui don Giuseppe non si ferma perché c’è da proseguire anche nella riqualificazione del Centro Paolo VI che ospita diverse realtà importanti.

Poi, ovviamente, c’è il capitolo Carità. “Quella lezione che ci viene dal nostro  compatrono San Martino”. Qui le statistiche danno più di un motivo di riflessione. In un anno al refettorio di comunità ‘Non di solo pane’  sono state 10.585 le cene offerte, mentre oltre 14.500 sono state le porzioni di cibo offerte dalla San Vincenzo.  Numeri che fanno ribadire al Parroco “come Magenta sia una città attenta ai poveri. Questo bilancio è positivo, ma più ancora che nei numeri, lo è sotto il profilo morale”.

 

 

 

 

 

 

Naturalmente, i problemi aperti, così come le emergenze sono ancora diverse. “Quelle del lavoro e della casa restano le vere priorità – sottolinea il prete – noi abbiamo da tempo al Centro Paolo VI uno sportello d’ascolto. Ma qui sarebbe necessario riuscire ad andare oltre. Dando delle risposte che al momento mancano”.

Don Giuseppe non vuole sbilanciarsi, però, alla nostra precisa domanda su come ha trovato Magenta dal momento del suo arrivo ad oggi, ecco che la risposta è altrettanto chiara: “Senz’altro vedo più affanno, ci sono situazioni critiche rispetto ai temi che ho poco sopra citato (lavoro e abitazione) che ormai si stanno cronicizzando”.

Da ultimo, Don Giuseppe chiude con il capitolo Assunta (vedi foto sopra). “Il restauro della Chiesa dell’Assunta – commenta il Prevosto – è qualcosa che va oltre l’ambito ecclesiale. Finalmente, siamo alle battute finali per la partenza del primo lotto da 160 mila euro. Sicuramente è un grosso impegno, ma come ha ben detto il presidente della Pro Loco Pietro Pierrettori in occasione della distribuzione dei calendari dedicati, l’Assunta è un simbolo della nostra città”.

 

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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