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‘++Magenta, docenti e lavoratori del ‘Quasimodo’ in coro: basta attacchi alla ‘preside’ Barbaglia

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MAGENTA – Siamo lavoratori del Liceo Quasimodo di Magenta, docenti, amministrativi, collaboratori scolastici.

Ci rivolgiamo all’opinione pubblica del magentino perché con una cadenza martellante vediamo la nostra scuola oggetto di polemiche che provocano in tutti noi perplessità e sconcerto.

Il Quasimodo è da più di 20 anni un presidio culturale e formativo che fa di Magenta un centro attrattore di energie, progettualità e iniziative culturali, arricchendone la vita sociale e civile.

Per i giovani del nostro territorio, il Quasimodo è un riferimento per una formazione di qualità che si realizza in indirizzi di studio, spesso unici nel magentino, che sono stati migliorati negli anni con la partecipazione a progetti qualificati e con l’ampliamento dell’offerta didattica.

Il valore di questo impegno ci sembra confermato dall’iscrizione di oltre 1100 studenti a quinquennio in quattro indirizzi consolidatasi negli anni.

Questa immagine della nostra scuola, che non è viziata dall’amore che proviamo per il nostro lavoro e per l’istituzione in cui esso si svolge, ci dà il diritto di affermare che non riusciamo a riconoscere noi stessi e il Quasimodo nelle descrizioni distruttive e unilaterali che ne vengono fatte sui media locali.

Non riusciamo, in particolare, a comprendere il senso degli ostinati attacchi personali alla nostra Dirigente, dott.ssa Barbaglia; non intendiamo qui valutarne l’operato, cosa che richiederebbe tempi adeguati e strumenti specifici (non le lettere ai giornali e gli esposti gerarchici) ma ci sembra sleale tacere di fronte alle accuse ingenerose che le vengono portate: ci sembra che in genere la ricerca del capro espiatorio non abbia mai favorito la razionalità delle scelte né la risoluzione dei problemi.

Riteniamo perciò che tutte le componenti scolastiche debbano ricondurre le legittime divergenze di opinione e le altrettanto legittime preoccupazioni per l’andamento di alcune attività didattiche nella sede più appropriata che è quella istituzionale (Consiglio di Istituto, Collegio dei docenti). Non si tratta di nascondere al pubblico le difficoltà e gli errori, (gli organi collegiali sono, appunto, uno spazio di partecipazione) ma di cercarne con pazienza e spirito costruttivo le cause e quindi le soluzioni.

Invitiamo infine i media locali a svolgere la loro funzione indispensabile con scrupolo di obiettività; se è doveroso informare del disagio di alcuni, ci sembra altrettanto importante rendere giustizia a una scuola che ha dato e dà molto al nostro territorio, e dare voce a chi in essa lavora con impegno e amore per i ragazzi, anche se lo fa con una assiduità che fa poco “notizia”.

Emilio Florio Elisa Cazzaniga Martin Ebert
Tarcisio Riva Francisca Abregu Mauro Fagetti
Monica Soldera Giancarla Pellegrino Monica Bicego
Fabio Uncini Giuliana Chiappa Monica Marasco
Alessandro Perduca Giulio Luporini Paola Vecchi
Andrea D’Addato Grazia Taldone Pia Colletti
Andrea Pedandola Isabella Garofali Pinuccia Marnati
Anna Maria Russo Lucia Grittini Raffaella Ballerio
Antonella Fusé Luigi Albertario Rita Maniscalco
Antonella Pedone Luigi Oldani Romina Colombo
Antonio Corvaglia Luigi Papetti Rosella Bovi
Arcangelo Venerito Luisa Gualdoni Sara Rinaldi
Carla Busto Mara Lippolis Serena Dolci
Christian Rosso Maria Casale Sergio Chiodini
Cristina Savelli Maria Grazia Papetti Silvana Guzzo
Dario Cerrutti Maria Insogna Simonetta Tumino
Elena Castiglioni Maria Pizzuto Stefano Galbiati
Elena Cattaneo Valeria Tritto

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