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Magenta/Corbetta: su YouTube il video ‘post Covid’ del 21enne Tomas Di Saverio

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CORBETTA MAGENTA “Vedo un mondo che scompare…” così inizia il ritornello del brano del video “Kalashnikovid”, uscito in questi giorni sul canale You Tube, realizzato da Tomàs Di Saverio, 21 anni, in arte T-Hope e prodotto da Andrea Bagini. Un mondo che scompare a causa del Covid, che come un kalashnikov ha fatto piazza pulita della vita di tante persone così come dei sogni e dei progetti di molti giovani. Tomàs Di Saverio, che vive a Corbetta, non ama in modo particolare il genere rap: si è diplomato l’anno scorso al liceo musicale Quasimodo di Magenta, è iscritto al Conservatorio di Novara, suona contrabbasso e pianoforte ed ha una formazione musicale con una base sicuramente classica. Ma in questo caso il rap gli ha dato la possibilità di raccontare le paure di tanti ragazzi legate alla pandemia, utilizzando un linguaggio che parla in modo diretto e immediato. Un pugno allo stomaco sferrato da chi ha vissuto il Covid nell’età che dovrebbe essere quella della spensieratezza e che invece ha visto cambiare totalmente il mondo che lo circondava. La scelta del bianco e nero e un tema musicale in sottofondo melodico, ma angosciante quasi come una marcia funebre, l’utilizzo di strumenti acustici come il contrabbasso e il pianoforte e non solo della tecnologia esprime meglio tutta la desolazione di una condizione che accomuna tutti, senza distinzione.

“Molti psicologi hanno parlato per noi giovani addirittura di sindrome post traumatica, come accadde con i reduci del Vietnam – dice Tomàs – un paragone che se a molti adulti è sembrato eccessivo, è invece ben rappresentativo delle nostre paure attuali e dell’incertezza in un futuro sempre più nebuloso. Nonostante ciò il messaggio che intendiamo mandare io e gli amici che hanno collaborato con me a questo video (Alessandro Bruno, Diard Drenica, Matteo Filice, Andrea Furneri, Nicolò Galati, Riccardo Mazzetta e Enrico Schiattarella) vuole essere positivo e, come dice la frase in chiusura, rendere tutti consapevoli che la vita è sempre degna di essere vissuta”.

A cura della professoressa Elena Di Caro, che ringraziamo come sempre per la cortesia e disponibilità

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