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Dall'archivio:

Magenta, colpo da ALL IN della Minardi: ma terzismo e centrismo sono morti (e sepolti), Mastella ha un’altra classe

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MAGENTA – “Spesso sentiamo parlare di raise, di all in, di fold e di altri termini derivanti prevalentemente dall’inglese e li riadattiamo nel nostro linguaggio quotidiano anche senza conoscerne a pieno il significato. In rete ormai spopolano i glossari del poker, quasi fosse necessario realizzare un dizionario dal poker all’italiano e viceversa. Con il termine all in si intende l’azione di un giocatore che scommette tutte le chips che gli rimangono. Tutti i giocatori attivi nella stessa mano possono vedere ed eventualmente rilanciare contro la somma All-in del giocatore senza che egli sia obbligato a vedere o coprire tali somme. Ovviamente il giocatore che ha fatto All-in  puo’ vincere il piatto solo per l’ammontare esatto del suo All in aumentato di ogni call ricevuto durante quella mano”.

Non siamo i soli a essere rimasti sorpresi dalla sortita di Silvia Minardi, che ieri al nostro quotidiano on line ha piazzato un classico colpo da pokerista navigato. Un ALL IN, cosa sia ve lo spieghiamo in apertura, politico e decisionale.

Riassumiamo: chiusura al Pd e contestuale (ri) apprezzamento per il metodo Del Gobbo sulla proposta del nuovo Liceo Quasimodo.

Niente alleanza in ticket- insomma- con l’ormai ben noto candidato in pectore dei Dem alle elezioni 2022, ossia Enzo Salvaggio, bensì corsa civica.. o alleanza terzista.

L’utopia del Terzo Polo, che affascina da decenni schiere di politici (tutti rimasti sistematicamente al palo), non vale più da nessuna parte. Le lodevoli eccezioni sono talmente sparute (Scajola ad Imperia, Pizzarotti a Parma) da risultare trascurabili.

Si vince piantando i piedi nel perimetro del centrosinistra o del centrodestra, punto. Lo ha capito benissimo un Califfo del rito antico, Clemente Mastella il Sannita, che da Benevento si accinge ad appoggiare lo sceriffo De Luca alle Regionali dopo aver governato con Prodi e Berlusconi, indistintamente, con la moglie eletta nelle liste di cdx. Un fuoriclasse, senza paragoni.

Ora, il potere d’interdizione (brutalmente: i voti) di Silvia Minardi e Progetto Magenta è come un pendolo che può, o potrebbe, decidere l’esito di una competizione incerta.

Ma in posizione servente, o ancillare, ai macro gruppi che bene o male hanno più consenso e potenza di fuoco: cdx o csx.

E fa bene, la Minardi, a preconizzare un NIET di Luca Del Gobbo a profferte neo centriste. Non ci sarà nessun patto ‘neo con’, un ricongiungimento politico nel segno della Balena, tre decenni dopo la dipartita della gloriosa Democrazia Cristiana.

Clemente Mastella docet: da De Mita a De Luca, passando per Lenny Kravitz, bisogna sempre attaccare il cappello alla carrozza più grande.

E poi ce la vedete l’austera e professorale Minardi a fianco di un rocker scapigliato?

Noi mica tanto..

Fab. Pro.

 

 

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