― pubblicità ―

Dall'archivio:

Magenta. C’era una volta l’industria….Progetto Magenta e il caso della Balcke Durr

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO DA PROGETTO – C’era una volta l’industria… A livello nazionale, i casi Arcelor Mittal, Alitalia e Whirlpool (ecc. ecc.) sono lo specchio del declino industriale dell’Italia, declino di un Paese fermo da anni, votato solo alla cultura dell’emergenza e incapace di elaborare un progetto industriale.
Quanto sopra vale, e forse ancora di più, anche a livello locale. La lista delle storiche aziende del Magentino purtroppo scomparse è lunga; chi non ricorda nomi come Saffa, Snia, Plodari, Laminati PLastici, Bruno Romeo, solo per ricordare quelle più note?
Sembrerebbe allora un destino segnato quello della chiusura delle industrie nella nostra zona, un percorso incontrovertibile ed inevitabile a cui noi non possiamo porre rimedio. “Noi crediamo di no!”, ci vorrebbe un progetto di medio e lungo respiro che passa dalla volontà e dalla capacità di intervenire sulle aree a disposizione
attraverso lo strumento del PGT che è fermo da qualche parte”, afferma Mario Garbini di Progetto Magenta.
Qualche anno fa abbiamo vissuto l’ennesima sconfitta industriale a Magenta con il fallimento della storica società S.T.F.

 

Davvero un fiore all’occhiello la S.T.F. non solo a livello italiano ma anche europeo e mondiale. Una società detentrice di un elevatissimo know out nel settore energetico con le proprie caldaie HRSG ed altri componenti nucleari.
Perché diciamo tutto questo? Perché una parte di questo patrimonio non è andato tutto persa e l’intervento, negli stabilimenti di via Robecco, della società tedesca Balcke Durr ha permesso ad alcune
decine di persone ex S.T.F. di continuare l’attività lavorativa.
Elencare le aree di business di Balcke Durr è impegnativo, in quanto spazia in moltissimi settore e l’elenco delle certificazioni di questa società è davvero impressionante.
Quindi a Magenta non è arrivato il solito “imprenditore” avvoltoio che compra il decotto ma si è vista una società con un vero piano strategico industriale. Un esempio per tutti: i 35 dipendenti assunti dalla vecchia struttura sono passati in questi primi dodici mesi a 45. “Quindi, è arrivato a Magenta un imprenditore che ha deciso di investire qui e che lo ha fatto facendo crescere l’azienda e
creando posti di lavoro. Ma tutto questo è avvenuto senza alcuna interlocuzione con l’amministrazione comunale a leggere le parole di Renaud (foto sopra), CEO di STF Balcke Durr: ” … Ho notato che non c’è
coordinamento tra i diversi livelli istituzionali. Come STF Balcke Durr sono qui da oltre un anno ma nessuno dell’Amministrazione comunale mi è venuto a trovare, non ho avuto contatti in pratica con nessuno, eppure la mia porta è sempre aperta … ”. A Palazzo Formenti forse ci si aspetta che qualcuno bussi alla porta, invece di andare a cercare chi viene o potrebbe venire a investire a Magenta per creare
occupazione, crescita e sviluppo”.  Che commenti fare? Interfacciarsi con il complesso mondo
industriale non è affatto semplice ed evidentemente oggi in chi ci governa a Magenta questa capacità è del tutto assente.

 

 

Progetto Magenta

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi