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Magenta: Calati, laicità adulta ed eredità (negata) di don Tragella. Cosa cambia nella maggioranza

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

MAGENTA – Chissà cos’avrebbe detto, don Cesare Tragella. Un secolo (quasi esatto) fa’  questo brillante prete manager ante litteram, figlio di un chirurgo, parroco prima ad Abbiategrasso e quindi a Magenta, dottore in Teologia, cambiava il volto della città dotandola di una pensilina ferroviaria, della nuova basilica, del forno cooperativo. Opere che rispondevano ai bisogni della comunità tout court, di certo cristiana nella sua quasi interezza, ma dando- quel prete dal forte carisma- risposte e ricette pienamente laiche, e non certo confessionali.

Cos’avrebbe detto don Tragella se una Santa Messa fosse stata relegata nella sua basilica, e non in uno spazio pubblico, tacitamente rispettando un regolamento dell’autorità civile?

Forse non avrebbe forse provato sorpresa, se avesse letto cosa disse Chiara Calati, da candidato sindaco, nella prima intervista a Ticino Notizie: ossia che, sul tema delle coppie civili, non trovava nulla di scandaloso nella concessione dei diritti di cui si parlava allora, primavera del 2017.

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Proveniente da un contesto tutt’altro che politico, ma funzionale e manageriale, il primo cittadino di  Magenta si era avvicinato alla ‘cantera’ di Stefano Parisi, saldamente ancorato al centrodestra ma di estrazione anch’esso manageriale, leader che non ha mai dato una particolare enfasi ai temi etici e al rapporto tra fede e società civile.

Certo, Parisi era ed è lontano dal laicismo progressista, ma non è neppure un baciapile. La stessa cosa si può dire della Calati, che tuttavia viene lanciata dall’agone politico da Magenta Popolare e dall’intuizione (brillante, ci diranno i fatti) di Luca Del Gobbo. Ossia, di quel mondo che viene in larga parte dall’esperienza di Comunione e Liberazione e dalla lezione di don Luigi Giussani, che di certo è molto più vicina a quella di don Tragella. Non è un caso che tra i principali biografi del parroco magentino, da anni, ci sia uno degli esponenti più importanti del cattolicesimo cittadino, ossia Carlo Morani (che, ne siamo certi, da assessore non avrebbe di certo condiviso la negazione della tenso per la Messa del rione san Rocco).

Il paradosso che si è consumato appare di non poco peso, sotto il piano squisitamente politico: il partito del quale la Calati è diretta espressione manifesta un pacato disappunto, mentre Simone Gelli e la Lega si allineano immediatamente alla decisione.

Una scelta, quella del Carroccio, da distinguere tra merito e metodo. Il metodo è inappuntabile, giacché la lealtà al sindaco è nel DNA di un partito di governo ed è pienamente giustificata e giustificabile. Ma quanto al merito, da giorni ci rode un tarlo: se la stessa decisione l’avesse presa Marco Invernizzi durante il suo mandato, cosa avrebbe detto la Lega? Noi siamo convinti che avrebbe espresso un forte dissenso. Ma non abbiamo alcuna prova, trattandosi di una mera supposizione.

Forza Italia, sui temi etici, non parla quasi mai. Essendo un pulviscolo di ex comunisti, ex leghisti, ex di An, ex di ogni genere, non dice e non dirà niente. Per esprimere un pensiero, prima bisogna averlo. E infatti Forza Italia non parla.

E il Pd? Si trova, nel momento peggiore della sua parabola recente, a vedersi aprire varchi inattesi tra il mondo islamico e la comunità cattolica, con una figura di indubbio carisma come don Giuseppe Marinoni che evidentemente non ha gradito la decisione, pur senza esprimere apertamente il proprio dissenso.

La vicenda della mancata Messa in ‘tenso’ ci consegna una maggioranza il cui baricentro si sposta sensibilmente, con un sindaco che riafferma la sua centralità e leadership, sciolta da vincoli o fardelli soprattutto nella direzione del vero leader del centrodestra magentino, ossia Luca Del Gobbo. Non l’azionista di maggioranza, sia chiaro, ma il più influente politico fuori dai confini della città di certo.

In città circolano persino voci tendenti alla fantapolitica, ossia di un possibile, futuro accordo Lega-5 Stelle: al momento, ci sembra più probabile che Amazon sposti la sua sede principale europea nell’area ex Novaceta..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra qualche settimana della vicenda non resteranno memoria né traccia, ma i rapporti di forzan interni alla maggioranza evidentemente cambiano.

Sullo sfondo, restano secondo noi le parole di un notissimo pensatore cattolico progressista, ossia il gesuita padre Bartolomeo Sorge.

Sul piano storico, ormai è dimostrata la falsità del presupposto del laicismo illuministico, secondo il quale la religione sarebbe solo un fatto privato della coscienza individuale, senza alcuna valenza sociale.

In secondo luogo, però, oltre all’evoluzione storica, si deve ammettere che anche la Chiesa ha camminato. Il Concilio Vaticano II è arrivato ad affermare che la laicità è un valore cristiano, e ha fondato questa sua asserzione sulla teologia delle realtà terrestri e sulla teologia del laicato. Infatti – spiega la Gaudium et spes – nella natura delle cose esistono finalità intermedie e strumenti propri per raggiungerle che non dipendono dalla rivelazione: cioè non sono di origine confessionale, ma laici. È il caso della politica, dell’economia, della scienza e della tecnica, della cultura.

Di conseguenza, se il cristiano vuole dare una testimonianza coerente della sua fede, deve essere laico, cioè deve rispettare le finalità, le regole proprie e l’autonomia che Dio Creatore ha immesso nelle realtà temporali.

Questa, dunque, è la laicità matura (o «positiva»). Essa, quindi, non va più intesa come frattura o estraneità, ma – come si legge anche nel preambolo e nell’articolo 1 della revisione dei Patti lateranensi tra Stato italiano e Santa Sede del 1984 – come collaborazione tra Stato e Chiesa nel pieno rispetto dell’autonomia delle due parti. È necessario che, senza invasioni di campo, Stato e Chiesa non si ignorino a vicenda, ma cooperino al bene comune dei cittadini i quali, nello stesso tempo, sono membri dello Stato e figli della Chiesa.

Di fronte all’acquisizione di questa forma più matura di laicità, perdono importanza e sono del tutto anacronistici i residui spezzoni di vecchio laicismo illuministico che tuttora sopravvivono anche in Italia.

Fabrizio Provera

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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