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Magenta, arte e scienza dialogano in laboratorio alla scuola media “Francesco Baracca”

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MAGENTA – Riportare al loro splendore alcune tele del Novecento attraverso un delicato restauro, come discepoli di bottega in epoca rinascimentale, sotto la guida appassionata e competente di una restauratrice, è l’esperienza esaltante che ha coinvolto in questi mesi gli alunni della classe II B della scuola secondaria di primo grado “F. Baracca”.

Il progetto fortemente voluto da un team di docenti di arte, italiano e storia, coordinati dalla prof.ssa Elena Quaglio, insegnante di matematica e scienze, ha avuto come finalità la partecipazione al concorso annuale promosso da Federchimica.    

Fondamentale per la sua realizzazione l’apporto, in qualità di esperta esterna, della restauratrice Sara Garanzini. Grazie alle tele da lei fornite e sulle quali è stato compiuto l’intervento, realizzate nel secolo scorso da un pittore del nostro territorio, si è voluto dare un piccolo ma significativo contributo alla valorizzazione della storia e dell’arte locale.

Il progetto ha previsto, come premessa culturale e legislativa, la conoscenza delle norme che regolano e tutelano i beni culturali ed artistici in Italia, curata dalla docente di italiano, prof.ssa Luisa Cairati. Successivamente si è proceduto alla preparazione degli alunni in ordine alle tematiche relative a che cos’è il restauro, alle sue tecniche più note, alle cause del deterioramento di un’opera, alle sostanze chimiche utilizzate, per poi passare alla fase operativa: l’analisi delle tele da restaurare e il relativo intervento attraverso il lavoro di pulitura per rimuovere dall’opera eventuali residui di smog, sporco e sostanze organiche, quello di consolidamento per migliorare l’aderenza del materiale deteriorato e infine la fase dei vari trattamenti protettivi, come barriera nei confronti degli agenti atmosferici.

“Lavorare con i ragazzi è un’esperienza stimolante, – ha raccontato la restauratrice Sara Garanzini – così come suscitare in loro curiosità e desiderio di apprendere attraverso la formulazione di domande che consentono di stabilire una relazione significativa con l’adulto, creando in questo modo una stretta collaborazione e favorendo la trasmissione di conoscenze tra generazioni. La conservazione dell’opera, che si compie attraverso il restauro, ha un significato profondo, che rimanda alla consapevolezza del valore del passato. Inoltre avere cura di ciò che è materiale significa simbolicamente accedere alla dimensione più profonda del prendersi cura di sé e degli altri”.

Il laboratorio ha visto i giovani apprendisti, forniti di mascherine e attrezzature specifiche, alle prese con sigillanti, solventi, pitture e pennelli ed altri materiali di qualità – forniti gratuitamente dalla ditta KEIM -, con uno sguardo attento ed indagatore e mani abili e disciplinate.

L’attività, in particolare, ha arricchito la trattazione disciplinare del nucleo fondante “la materia e le sue trasformazioni” e ha voluto essere una dimostrazione di applicazione della chimica a contesti artistico-professionali autentici, accordandosi alla programmazione di arte, che prevede l’analisi del restauro nel Rinascimento, affrontata grazie al valido supporto dei docenti di materia, la prof.ssa Luana Marchese, che ha seguito gli alunni di II B anche nelle fasi del lavoro e il prof. Aronne Almasio che proseguirà l’esperienza con gli studenti della II E.

Ogni ragazzo ha contribuito, in base alle proprie attitudini ed inclinazioni, al successo del progetto, che ha previsto anche la realizzazione di un affresco sperimentale e uno relativo ad un fregio liberty, avendo la possibilità di lavorare in un contesto alternativo a quello del tradizionale laboratorio scientifico, attivando nuove competenze legate all’intelligenza creativa ed applicativa. In quest’ottica l’attività ha fornito anche un valido contributo all’orientamento degli alunni, in vista della scelta scolastica e professionale dopo la terza media.

“L’apertura dell’IC Carlo Fontana alle migliori risorse del territorio – osserva il Dirigente Scolastico Davide Basano – sta producendo ottimi frutti. Mi auguro che questa esperienza si possa ripetere e che la disponibilità dei professionisti magentini offra ulteriori opportunità di arricchimento culturale per i nostri studenti”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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