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Magenta, allarme povertà: aumentano gli italiani che non hanno più niente

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MAGENTA La povertà è in deciso aumento e non c’è bisogno che a confermarlo siano le statistiche. Basta dare un’occhiata in giro e basta un dato su tutti. I questuanti davanti alla chiesa di San Martino a Magenta la domenica mattina arrivano ad essere 4, anche 5. Il loro guadagno? Tre o quattro euro, se va bene. Tra di loro compare anche un italiano. Dopo il lockdown lo spettacolo lungo via Roma è sempre più desolante. Serrande dei negozi che non si sono più rialzate da quando sono state abbassate nel mese di marzo e persone che chiedono l’elemosina. Luca è un uomo di 49 anni che è capitato sabato scorso a Magenta con tutto quello che possiede. Un paio di zainetti e nient’altro. In tasca non ha neanche un centesimo.

E’ arrivato con il treno e ha trascorso la nottata su una panchina. Domenica mattina si è diretto davanti alla basilica in cerca di fortuna, o forse sarebbe meglio dire che non sapeva nemmeno lui cosa stava cercando. “Ricordo che una trentina di anni fa qua avevo un amico – dice – Viveva a Corbetta, lo ricordo bene. Sono salito sul primo treno e mi sono fermato a Magenta. Non ho rintracciato il mio amico, forse non vive più qua. Non vorrei nemmeno fare la figura del poveraccio che cerca di scroccare soldi”. Luca comincia a chiedere alla gente, corre dietro al parroco don Giuseppe raccontandogli la sua vita. Il matrimonio fallito, il tentativo di emigrare in sudamerica, successivamente in Marocco, tanti problemi e il crollo totale fino ad essersi ritrovato sulla strada. Da diverse notti dorme in giro dove capita, soprattutto in stazione centrale a Milano, ricovero di derelitti. Finché fa caldo va bene, ma poi non si potrà andare avanti così. “La situazione è sempre più drammatica, la gente che chiede aiuto è in aumento esponenziale”. A dirlo non è il presidente di una delle associazioni della carità di Magenta, che svolgono un lavoro egregio, o l’esperto di turno che analizza i fenomeni sociali. E’ Khalid El Mouki, nato in Marocco e da anni conosciuto a Magenta.

Chi meglio di lui, che ha visto cambiare la città nell’ultimo ventennio, è in grado di analizzare la situazione di Magenta? Nessuno. “Oggi è arrivato questo Luca, ma non è il primo – dice – domani ne arriverà un altro. Se non si interviene saranno sempre di più. Una volta eravamo noi marocchini ad essere i poveracci di turno. Arrivavamo da un paese in crisi, ma oggi non è più così”. Com’è finita con Luca? Qualcuno gli ha offerto la colazione, lo ha accompagnato in stazione e gli ha dato qualche soldo per il panino. Per un giorno potrà bastare, ma non risolve nulla. E’ evidente che non basta la carità. “Parlo con la gente tutti i giorni – aggiunge il giovane Khalid – e mi accorgo di quanta povertà ci sia dalle loro parole. Non era così quando sono arrivato. Le famiglie stavano bene ed erano in grado di aiutare chi era in difficoltà. Io sono stato aiutato tantissimo dai magentini e non finirò mai di ringraziarli. Oggi sono ben pochi coloro che possono aiutarti e io capisco tutto questo. Se chi comanda non interviene con decisioni importanti saranno sempre di più i Luca che si fermeranno davanti alla chiesa”.

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