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Magenta: “Al pronto soccorso trattato come se fossi al mercato”

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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MAGENTA Un cittadino si reca al pronto soccorso e si sente quasi in colpa. Afferma di essere stato accolto in maniera sgarbata e superficiale dall’infermiera. E si potrebbe subito ribattere che non siamo mai contenti di niente e siamo sempre pronti a criticare qualsiasi minima cosa che non ci piace. Anche di fronte a persone che lavorano giorno e notte su turni impossibili per il bene di tutti. Vero, spesso è così. Qualcuno magari non ci avrebbe fatto nemmeno caso, altri invece potrebbero essere più sensibili. Non siamo tutti uguali per fortuna. Quanto accaduto infatti fa riflettere. Nulla da dire sulla professionalità e sull’impegno dimostrato da chi lavora, ma a volte occorrerebbe forse un po’ di comprensione.

“Era da poco passata la mezzanotte di martedì e sono andato al pronto soccorso di Magenta – spiega Andrea Azzimonti di Cuggiono – entro e trovo la sala completamente deserta, a parte un signore che stava uscendo. C’erano tre infermiere libere che parlavano tranquillamente con due operatori di un’ambulanza. Non era una situazione di emergenza. Tutto procedeva nella massima serenità”. Ad un certo punto un’infermiera si dirige verso il monitor e Azzimonti si avvicina convinto di poter parlare. “E’ sbottata rimproverandomi e dicendomi di attendere un attimo – continua – per poi ripeterlo a voce alta e borbottando qualcosa. Ero spaesato e molto agitato e non mi aspettavo certo una risposta del genere. Non è quello che ha detto che mi ha ferito, ma il modo di fare. Non ero li per divertimento, ma perché avevo un problema. Certo, non ero in condizioni gravi o in pericolo di vita. Ma cosa ne poteva sapere l’infermiera di come stavo realmente?”. Episodi di questo tipo accadono spesso nei pronto soccorso di tutte le città. Il cittadino non ci fa assolutamente caso se viene ricevuto in maniera sgarbata dalla cassiera del supermercato o dalla titolare di un negozio, cosa che peraltro non accade mai. Al massimo potrebbe non andare più in quel supermercato.

Ma se succede al pronto soccorso ci rimane male. Ed è naturale che sia così. Non può sapere il cittadino quale stress avesse sulle spalle quell’infermiera e nemmeno se, poco prima, avesse svolto un lavoro talmente importante da richiedere concentrazione. Al cittadino importa soltanto del suo problema. Grande o piccolo che sia. “Capisco che lei era impegnata, ma c’erano anche le altre due colleghe che, da quello che vedevo, continuavano a farsi gli affari loro. Ho avuto l’impressione di essere trattato come un cliente al mercato. Forse loro sono abituate al flusso continuo di persone e non ci fanno assolutamente caso, ma io ne avrei fatto volentieri a meno di andare in ospedale. In quel momento poi non c’era nessuno, si poteva benissimo gestire tutto con calma. Quando sono stato chiamato per la visita ho fatto presente che secondo me quello non era un modo di fare adeguato e ho aggiunto che lo avrei scritto nella recensione. La risposta è stata che avrei dovuto fare quello che mi pareva”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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