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Magenta, Affaire Bonfiglio/2: il punto della situazione. Gli scenari possibili

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MAGENTA –  La scelta di Stefania Bonfiglio di abbandonare il Carroccio apre inevitabilmente, nuovi scenari per la politica magentina. Di sicuro è un problema in più per l’Amministrazione di Chiara Calati e nelle prossime ore, nel caso in cui il suo passaggio a Fratelli d’Italia (nella foto sotto il segretario cittadino Lorenzo Garagiola) dovesse venire ufficializzato, allora la questione si farebbe seria.

Le ragioni sono presto dette. In questo modo FDI entrerebbe in Consiglio comunale, ma non lo farebbe “con voti suoi” ma con quelli della Lega Nord (scusateci il lapsus ma a noi PIACE ancora la vecchia dicitura “nordista”…). Eh sì perché quelle 145 preferenze raccolte sul campo dalla Bonfiglio nel 2017 sono anche il frutto di esponenti del suo partito, parlamentari e non, tra questi anche lo stesso Massimo Garavaglia e tanti altri rappresentanti che oggi siedono in Consiglio regionale vedi Curzio Trezzani, che all’epoca si spesero per quella candidatura. Logica, quindi,  anzi comprensibile, l’incazzatura in casa leghista, tanto più nel caso in cui l’ex Segretaria cittadina del Carroccio dovesse passare con il partito di Giorgia Meloni. Peraltro, benché di conferme ufficiali non ne abbiamo, vi sono degli indizi che vanno in questa direzione. Mercoledì sera, festa del tesseramento di FDI del Magentino all’Hotel Ristorante Corallo di Mesero, Stefania Bonfiglio presente. Come si dice: ‘chi vivrà, vedrà’. 

La sensazione – al netto delle ragioni che paiono essere legate agli scenari di politica nazionale, che hanno portato la Bonfiglio fuori dalla sezione cittadina della Lega –  è che si possa aprire un pericoloso gioco a domino che andrebbe a toccare anche altri comuni del centrodestra della zona a conduzione Lega FDI (nella foto sotto Silvia Scurati,consigliere regionale della Lega di Bareggio e da sempre molto vicina al Vice Sindaco Simone Gelli). 

Peraltro,  e qui non vogliamo entrare nella decisione personale, ancorché legittima, dell’ormai ex esponente leghista, purtuttavia, fatti alla mano, il momento scelto non è dei più felici e forse di questo, se ne sarebbe dovuto tener conto.

Anche se vale la pena ricordare la delusione cocente che la Bonfiglio subì dopo le elezioni del giugno 2017, quando, le fu preferito Luca Aloi (138 presenze) in Giunta. Si disse, all’epoca che si trattava di una questione di equilibri politici, in considerazione del fatto che proprio la Bonfiglio, guidava la sezione cittadina. Sarà, ma qualche mal di pancia, la cosa la creò. Come dire che ….è la politica bellezza. A ognuno il suo.

Fatto sta che oggi Chiara Calati e i suoi  continuano a trovarsi su una specie di binario morto rispetto alla questione del nuovo Assessore che si trascina dal luglio scorso. La distanza tra l’Amministrazione e il gruppo dei centristi che fa capo all’ex Sindaco Luca Del Gobbo (foto sotto) –  oggi Consigliere regionale, nonché responsabile provinciale di NOI con l’Italia e mettiamoci pure, ex mentore del primo cittadino – resta siderale.  Adesso però volontariamente o meno, non lo sappiamo, la decisione della Bonfiglio finisce per portar acqua al mulino al gruppo dei “Del Gobbo Boys”.

Già, perché accanto a Cristiano Del Gobbo e a Massimo Peri, ecco materializzarsi il potenziale terzo Consigliere che potrebbe muoversi con le “mani libere” all’interno della maggioranza, votando non secondo le indicazioni di partito (quale a questo punto poi?), bensì in base alla sua libertà di coscienza e alle circostanze del momento.

 

Insomma, una mossa  che indebolisce l’Amministrazione Calati e che consente ai ‘centristi’ di alzare l’asticella. Da tempo, e non è certo una notizia questa, erano alla ricerca anche dentro a Forza Italia ma finora senza risultati tangibili, di un Consigliere che potesse far pesare la loro scelta di non partecipare alle votazioni in Consiglio comunale. Adesso, anche se l’equazione è ben lontana dall’essere automatica, potrebbero aver trovato il pertugio giusto dove infilarsi.  In ultima analisi, la situazione è assai ingarbugliata. Gli scenari all’orizzonte si moltiplicano. Cresce l’incertezza e di riflesso, la tensione che non è mai una buona consigliera in questi momenti delicati. Difficile pronosticare come andrà a finire.

L’unica sola sicura è che per il prossimo marzo, quando, si voterà il bilancio con ogni probabilità, si dovrà arrivare  al redde rationem. Dentro o fuori. Ancora qualche settimana e i tatticismi, gioco forza, saranno finiti. Per fortuna, soprattutto per il bene della città.

F.V.

 

 

 

 

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