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Magenta, 25 anni fa lo schiaffo coraggioso di Franco Bertarelli al 25 aprile delle divisioni e l’omaggio ai caduti della RSI

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

MAGENTA – Sono passati esattamente 25 anni, era il 25 aprile 1994, quando l’allora sindaco di Magenta Franco Bertarelli diede scandalo decidendo di omaggiare sia la memoria dei partigiani che dei caduti della Repubblica Sociale Italiana. Al suo fianco un manipolo sparuto di persone: l’allora vicesindaco Emanuele Torreggiani, Umberto Maerna, il sottoscritto. Ricordiamo quel gesto coraggioso, che precorse i tempi, con un pezzo pubblicato nei mesi scorsi su Ticino Notizie.

Fab. Pro.

Franco Bertarelli nel 1993, assieme a Francesco Speroni

Assiso sullo scranno di sindaco nel 1993, quando la Lega fece boom eleggendo Marco Formentini a Milano, Bertarelli veniva da una precedente candidatura alla Regionali del 1990 col Msi-Dn, dal momento che la sua famiglia era saldamente collocata a destra.

Il 25 aprile 1994 Bertarelli sfidò l’ira dei benpensanti decidendo di omaggiare sia i partigiani che i caduti della Repubblica Sociale, anticipando di anni quello che avrebbe fatto Gabriele Albertini. Fu una gazzarra; servizi su Rai 3, mobilitazioni, appello del Maurizio Costanzo Show, lite con Amnesty International per le sue ‘dimenticanze’ su alcuni perseguitati politici nei regimi comunisti.

Il corteo ufficiale del 1994 era composto da una quindicina di persone (compreso chi scrive), il contro corteo di Anpi da oltre 1000. Ma Bertarelli non fece un plissé ed andò dritto per la sua strada, primo sindaco a lanciare di fatto un’idea di pacificazione nazionale che a questa Italia servirebbe come l’aria. E che altri, molti anni dopo quello che successe a Magenta, replicarono.

Nel corso del primo mandato da sindaco di Luca Del Gobbo si lanciò in interventi coraggiosissimi anche sulla politica estera, criticando duramente l’interventismo americano e suscitando le simpatie di un comunista sui generis come l’allora consigliere di Rifondazione, Fiorenzo Gualandris. 

Ecco, se c’è uno stridente iato tra ieri e oggi (non parliamo di 40 anni fa, ma di 15) è il basso livello espresso da alcune figure di primo piano della politica magentina corrente, tra giunta e Consiglio. Spariti i Viglio, i Morani, i Gualandris, le Labria e diversi altri, spesso ci si trova di fronte a figure imbarazzanti.

E’ il segno dei tempi, forse. Rieletto nel 2017 con Chiara Calati, è probabile che Franco Bertarelli avrebbe gradito la poltrona di Presidente del Consiglio. Pensiamo fosse un’aspettativa legittima, senza nulla togliere a Fabrizio Ispano; con Bertatelli la Presidenza avrebbe avuto un’altra impronta.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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