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Dall'archivio:

Macron, Assad e le ‘guerre asimmetriche’- di Emanuele Torreggiani

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Accade che il poderoso consiglio di sicurezza dell’ONU non sia ancora in convocazione per stigmatizzare l’operato repressivo del presidente francese nei confronti del suo popolo. Ah, Emmanuel Macron, lo sterile segaligno piccolo borghese sposo della cariatide, tanto esaltata dai giornaloni nostrani che vivono di mancia pubblica per i suoi completini da sedicenne tres chic, è, nel sistema della lettura di casta politica, un progressista. Ah, al progresso solo il progresso. Viva il progresso a cui è necessario allineare contro un muro i sedicenni di un liceo come neppure terroristi del califfato. Una bella immagine, la giornata diaccia le vira in un bianco e nero che ci rimanda ai rastrellamenti nazicomunisti del totalitarismo novecentesco.  Ah, i progressi, scriveva il gran lombardo ingegnere brianzolo. Ed il popolo, quel fracassone non altro è che il miserabile provinciale. Così si dice dai lounge bar dove si sorseggia un aperitivo vegano impellicciati di plastica che fa tanto viva le marmotte, serviti dai negri in livrea a tre euro e trenta l’ora.

Quando li vedo scorrere tra i tavoli, tutti smoking free, i negri in livrea da carcerato, calzone floscio, scarpa informe, maglietta logata e bandana, io che bevo solo aperitivi smodatamente alcolici (il Gran Dio che vede in ogni lontano ordinò la vite nell’Arca), e li osservo, io bianco e loro negri, riagguaglio in memoria quella extraordinaria riflessione della mia amica baronessa Blixen “il popolo che cessa di combattere, il leone senza più artigli, un popolo evirato”, in dedica ai Masai, ai bellissimi masai laggiù sugli altipiani mentre quaggiù null’altro che il grottesco a circumnavigare una carità, però rigorosamente definiti neri, che fa tanto progresso, ah, la lingua del progresso, eccoli, mi dico fumando al trespoli all’aperto sotto lo sguardo di stitiche cagnette insolentite dalle mie spirali di tabacco grigio, eccoli al risultato della deportazione tanto progressista spacciata per migrazione, altrocché se non un esercito di manodopera ad infimo prezzo buona per quella schiavitù orizzontale che anche l’omino bianco spaccia per accoglienza. Ah, la carne a basso costo, già dai tempi più lontani passando per l’uomo macchina di La Mettrie che il Macron terrà sull’abat jour per tranquillizzare le sue notti a stoccafisso. E sia. Addosso al popolo che ne ha pieni i coglioni delle minchionate globaliste. Merda provinciale il popolo da schiacciare democraticamente. Ah, i progressi. Chissà che Assad, presidente di Siria, vedendo il suo collega presidente di Francia in difficoltà non invii una squadriglia di caccia bombardieri a gasare, per la democrazia, quella moltitudine di infoiati. Chissà perché vale solo al contrario. Mah. Quanto ai nostrani, i liberi pensatori, i piagnucolanti per ogni zingaro arrestato o ladro incarcerato o rapinatore ammanettato o abbattuto, beh, c’è il ponte dell’Immacolata, oggi si scia.

Emanuele Torreggiani

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