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Ma quanto sono vicini 5 Stelle e Lega? Di Mariarosa Cuciniello

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Siamo alla vigilia della presentazione del programma di governo targato Cinque Stelle-Lega, un programma che “farà storia”, come afferma Di Maio. Quello che è certo, che dall’esito delle urne due sono stati i veri vincitori: la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle, due partiti considerati sempre agli antipodi come concezione politica ma che la storiasembrerebbe li abbia fatti incontraresulla via del Quirinale.

Mentre si attende come sarà un programma targatoM5S-Lega, quali saranno le priorità politiche, come riusciranno a trovare una sintesi tra le istanze di uno e dell’altro, studiosi, esperti e giornalisti stanno dibattendo su quali sono i punti di convergenza di questi due attori politici così lontani ma che hanno la caratteristica comune di essere antisistema (nella concezione di essere contro l’establishment e la vecchia politica) e populisti con atteggiamenti antieuropei.

Interessante è lo studio di i Reti, una società di lobbying e comunicazione, che ha analizzato i programmi elettorali del M5S e della Lega. L’indagine ha provato a riscontrare compatibilità ed incompatibilità su una base di 50 argomentidivisi in 11 macro-aree (Giustizia, Europa, Immigrazione, Fiscalità, Lavoro, Energia, Ambiente, Infrastrutture, Industria 4.0, Editoria e Gioco d’Azzardo), riassumendo i risultati in tre “indici di convergenza”: semaforo verde in caso di ampia convergenza (orientamento simile), semaforo giallo possibile convergenza (temi che si prestano a una negoziazione) e semaforo rosso forte divergenza (orientamento opposto o contrasti difficili). Risultato? I punti di rottura sono solo 12, contro 14 punti di “ampia convergenza” e 24 fronti aperti alla negoziazione.

I punti di ampia convergenza riguardano la questione pensionistica (con la proposta generale di abolire la riforma Fornero), il supporto alle Pmie la gestione delle relazioni con l’Europa, dove il comune denominatore è il proposito di superare la soglia del 3% nel rapporto deficit-Pile rafforzare la forza della legislazione nazionale rispetto a quella europea. Nell’ambito della giustizia Cinque stelle, Lega si allineano su questioni come la sicurezza privata (revisione legittima difesa e inasprimento delle pene) e la gestione delle agenzie fiscali (volontà di chiudere Equitalia).

Quanto al reddito di cittadinanza e flattax, cavalli di battaglia del Movimento e della Lega, i margini di compromesso sono più ampi del previsto. Da un lato c’è l’apertura leghista al salario minimo, dall’altra i grillinicondividono il principio dell’alleggerimento fiscale con l’istituzione di No tax area.

Gli argomenti aperti alla negoziazione riguardano le politiche di Industria 4.0, del gioco d’azzardo e delle infrastrutture.È ipotizzabile che nessuno metterà in discussione il piano Calenda, visti gli ottimi risultati. Si troveranno convergenze sul gioco d’azzardo con l’opportunità di recuperare più soldi riducendo l’offerta e sulle infrastrutture di trasporto, con la spinta al trasporto su ferro e a nuovi snodi portuali mettendo da parte la task force sui concessionari autostradali, proposta solo dai grillini.

Il vero punto critico sono i migranti. Di Maio e Salvinisi trovano d’accordo più a livello lessicale (entrambi parlano di “business dell’immigrazione”) che nella sostanza. I Cinque stelle vogliono depenalizzare il reato di clandestinità e potenziare le commissioni territoriali, la Lega proponel’inasprimento delle pene, rimpatri e abolizione della protezione umanitaria.

Con programmi alla mano, la somma delle convergenze e i margini di dialogo possono portare il M5S e la Lega ad un’intesa politica e quindi ad un’azione di governocon una durata non breve?

Tutto si gioca sul governo: la durata e la stabilità dipenderà come questi partiti gestiranno le politiche e il potere.

Mariarosa Cuciniello

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