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L’ultimo giorno a Palazzo di Giustizia per il PM Alberto Nobili

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MILANO, 12 OTT – Ha indossato la toga per 42 anni ed è stato uno dei magistrati che, con le sue inchieste, ha segnato la storia d’Italia.
Ora, tagliato il traguardo dei 70 anni, va in pensione. Domani per Alberto Nobili, per molti al palazzo di Giustizia di Milano ‘il leggendario’ , sarà l’ultimo giorno in Procura dove è arrivato nel 1980.
 

 

Di origini romano-marchigiane ma milanese d’adozione, Nobili ha cominciato con indagini sul narcotraffico, ha istruito il caso sullo scandalo del vino al metanolo e prima di passare alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, dove ha lavorato per tanti anni a partire dal 1992, quando è stata costituita, si è occupato anche di Renato Vallanzasca. Ha coordinato le grandi inchieste sulla criminalità organizzata, in particolare calabrese, ha istruito i maxi processi come Nord-Sud e Wall Street, rischiando anche la vita in quanto nei suoi confronti era stato progettato un attentato, sventato con l’arresto del ‘commando’.

Dalla fine degli anni ’80 ha indagato su parecchi sequestri di persona, da quello dell’industriale Franco Trezzi, fino a quelli di Alessandra Sgarella e Gianmario Roveraro.

Nel 2007 è stato nominato procuratore aggiunto e, come coordinatore del pool criminalità comune e omicidi si è occupato tra l’altro del caso di Lea Garofalo, la collaboratrice di giustizia sciolta nell’acido dall’ex compagno e della coppia ‘diabolica’ che ha aggredito alcuni coetanei sempre con l’acido. Dopo 10 anni, per via della legge, è ritornato pm con la delega di gestire l’antiterrorismo, occupandosi, tra l’altro, di Cesare Battisti. 

 

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