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Lucero – “Should’ve Learned By Now” (2023) by Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Oggi si devia dalle strade in cui di solito vi porto, oggi si sfreccia via sulle strade del rock.

Un rock contaminato dal country del Sud degli Stati Uniti, ma anche da un’anima che oscilla fra il punk e l’alternative-rock. Un mix esplosivo, fresco e mai banale.
La band non è di primo pelo, anzi è sulla breccia da tantissimo tempo: 25 anni, una vita.

I Lucero si sono formati a Memphis, Tennesse e chi nasce da quelle parti non può che avere un sound influenzato dai grandi del rock and roll.
La band è capitanata dal frontman, voce e chitarra, Ben Nichols, un grande cantautore secondo me molto sottovalutato. Il resto del gruppo è formato da Brian Venable all’altra chitarra, Roy Berry alla batteria, Rick Steff alle tastiere e John C. Stubblefield al basso.

Una band che è un granitico tutt’uno da moltissimi anni, sia dal vivo che da studio.

Li hanno etichettati con moltissimi termini, generi differenti, ma assorbite le contaminazioni si può riassumere il sound del gruppo come rock. Semplicemente rock, con tante anime come si usa dalle loro parti, d’altronde laggiù è impossibile non essere ispirati da generi che lì sono nati: rock, blues, country, southern, soul…L’aria è buona.
I Lucero sono arrivati alla tredicesima fatica da studio e oggi sono una delle band più longeve e rispettate del panorama rock indipendente americano. Delle leggende vere, soprattutto per i loro celebri live che sono delle vere proprie feste per i fans.

La produzione affidata per la terza volta al pluripremiato Matt Ross-Spang ormai sa cosa fare e cosa non fare con i suoni della band di Memphis. Non è invasiva e aiuta ad esprimere tutto il grande potenziale e a catturare l’energia che il gruppo possiede dal vivo, anche in studio.
In questi 10 pezzi non ci sono segni di stanchezza o cedimento dovuti ai tanti anni passati fra studi di registrazione e live club.
C’è una band consapevole dei propri mezzi e con un’ispirazione che non sembra mollare mai la mente di Nichols, la cui voce ha un’anima punk che pare provenire da un garage di Camden a Londra, più che da un locale di blues di Memphis.
Per entrare nel mondo dei Lucero, basta premere play e far partire una canzone che già dal titolo vi farà capire molto del mood che anima la band: One Last F.U. Un brano che aggredisce subito con la percussioni e una scarica di chitarra elettrica.
Un rock da strada intenso e un testo che è una dichiarazione: lasciatemi bere da solo e…ciao! La voce graffia e aggredisce gli speaker, assieme al magistrale lavoro di chitarra e ritmica. Bellissimo modo di iniziare uno splendido disco di rock!

Le chitarre lavorano alla grande e si intrecciano e il pezzo successivo è rock, è melodia, è passione. Macon If We Make It ha un testo ispirato da un viaggio che la band doveva fare per un concerto a Macon, Georgia durante un uragano, ma poi si capisce che è solo il pretesto per parlare di una relazione difficile. L’assolo di chitarra è un piccolo gioiello, rock da leccarsi i baffi come la E-Street Band degli anni d’oro. Splendida e siamo solo alla seconda!
Con il sound che esce dagli speaker con At The Show, posso dirvi che la ragazza della canzone su cui si cerca di far colpo ad un concerto, certamente potrebbe sciogliersi. Un rock solare e da sparare a tutto volume durante un bel road trip, sole e vento, calore e tanto divertimento: è rock di qualità superiore. Non si cerca di inventare nulla, ma solo di suonare grande musica e la cosa rie-sce alla grande a Nichols e ai suoi ragazzi.

I Lucero di oggi hanno preso i Lucero degli inizi, li hanno mescolati a quelli degli ultimi due album e li stanno proiettando nel futuro con un sound riconoscibile e maturo.
Chitarre, riffs e voce punk: cosa può andare storto? Nulla! Ed ecco a voi Nothing’s Alright, un brano che ci parla dei vecchi tempi e suona come nei vecchi tempi.
Pianoforte e voce ci guidano nella movimentata ballata Raining For Weeks, una ballata alla ma-niera dei Lucero, non banale.
La title track è graffiante sia nella musica che nella voce da consumato rocker di Nichols e con quel testo potrebbe essere considerata una canzone da usare come insegnamento su cosa sia il punk-rock. La canzone ci dice che loro “la lezione della vita” pur conoscendola bene, non pare l’abbiano ancora assimilata, però l’assolo di chitarra con risposta delle tastiere, è magia elettrica e potrebbe diventare un piccolo manuale per i giovani che credono di essere punk.
Le due ballate che chiudono il disco sono bellissime ma diverse.
Drunken Moon è una brano sognante, con le tastiere a fare da tappeto e la voce di Nichols che si dimostra versatile. Un pezzo che sembra ispirato dal rock che veniva dalla California.

La finale Time To Go Home è un arrivederci ed è l’unico riferimento alle loro influenze country.
Una splendida ballata fra l’acustico e l’elettrico, impreziosita dal suono di una fisarmonica che gli regala un delicato sapore tex-mex. Bellissimo come sempre il lavoro delle chitarre.
Una band che continua a scrivere pagine di qualità della storia della musica americana, senza mostrare segni di stanchezza o imborghesimento. Un album dopo l’altro, un concerto dopo l’altro, sempre sul pezzo, tanto talento e tanta voglia di raccontare poesie dall’anima punk e dal cuore rock. Dopo più di 20 anni sono ancora qui e con questo disco splendido sono tornati alla grande e ci sono per restarci.

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads www.trexroads.altervista.org
(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link: https://trexroads.altervista.org/shouldve-learned-by-now-lucero-2023-english/

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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