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Luca ‘Tecno’ Marinoni: lo sguardo giovane (da Spotify e You Tube) di un cantante su Magenta (e non solo)

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MAGENTA – Cosa dicono, i ragazzi di oggi? Cosa sognano, cosa fanno, cosa pensano? Come  vedono Magenta, i ragazzi delle scuole superiori, gli adolescenti? E’ una cosa che ‘noi’ adulti non ci chiediamo praticamente mai. O che abbiamo la presunzione di sapere, di conoscere. E invece, come accade per ogni generazione, bisogna saper capire. E ascoltare. La rivoluzione tecnologica ha inevitabilmente cambiato, e radicalmente, il ‘modo’ di avere 16, 18 o 20 anni. E per cominciare un viaggio (nel senso di prima tappa) nel mondo ‘giovane’ di Magenta abbiamo incontrato Luca Marinoni, 19 anni, cantante col nome d’arte Tecno. Il suo è ormai un nome noto, a chi ascolta Spotify o viaggia su You Tube. Assieme ai suoi amici (una sorta di ‘crew’), Luca ci ha parlato di musica, di Magenta, dell’essere adolescente oggi, di una canzone che parlerà della città (vista da loro).

Incontriamo Tecno, ossia Luca Marinoni, assieme ai suoi amici  Mattia, Nico, Bishoy e Thomas.

Photo credits: Thomas Di Benedetto

Ci siamo conosciuti e trovati da qualche tempo. La mia passione musicale risale alle elementari: sono partito da Eros Ramazzotti (per fortuna poi è cresciuto, nda) poi sono passato al rap, da quello italiano, come Fabri Fibra, sino a quello americano. Oggi i ragazzi dai 16 ai 19 anni generalmente non ascoltano rap, ma altri generi. Oggi un 19enne ascolta diversi generi, non ci si ferma a uno solo. In molti ascoltano la trap, ossia trappola (dall’inglese), il ghetto da dove i primi cantanti trap sono usciti. Nel rap classico i Bpm sono 90 (battiti per minuto), mentre la trap ha Bpm superiori. Gli amici , la ‘crew’ di Luca sono multi genere per quanto riguarda la musica: Mattia suona la batteria ed è partito dai Beatles per arrivare sino alla musica francese degli anni Sessanta. Oggi i ragazzi usano Spotify o You Tube, Nico ascolta rap e trap (e musica francese), Bishoy trap americana, ed anche qualche autore italiano, Thomas tutti i generi senza particolari predilezioni (“ma a volte ascoltiamo anche i neo melodici”).

“Da X Factor è uscito un rapper molto ascoltato, Boro Boro, ma Luca ascolta da anni anche Fabri Fibra, ‘lo stimo anche come persona, ho letto anche i suoi libri. Ha fatto cose molto curiose, ad esempio so che ha sempre avuto un rapporto particolare coi genitori. Oggi vanno molto cantanti che hanno 20 o 24 anni’.

La prima canzone che Luca ha scritto e messo on line (col nome d’arte Tecno) risale al 2017. Mi chiamo così perché c’era un gioco al computer di cui ho preso l’account (da mio cugino) e ho inserito il nome Tecno, ed andavo talmente forte che tutti hanno cominciato a chiamarmi così. Ed a me è piaciuto. Il pezzo si chiamava Rewind.

Di solito questi ragazzi si ritrovano in piazza Mercato, ‘ci andiamo tutti, dai 14 anni fino ai 25. Non è vero che i ragazzi rimangono da soli a casa col telefonino, noi col telefono ci siamo nati, ovviamente Instagram e Wapp hanno un certo peso sulla nostra generazione. Instagram è il social più utilizzato da quelli come noi. Tik Tok, invece, sarà il social del futuro. Perché è fortemente virale’, ci dice Luca.

Dal 2017 ad oggi, Luca ‘Tecno’ ha scritto molti altri pezzi (‘uso ancora i quaderni, quando sono in giro anche il telefono, ma la scrittura mi piace ancora molto’), facendo uscire sui canali social un EP (Extended Play) con 4 canzoni. Dopo l’EP ha debuttato su Spotify nel 2019 con Odiami, mentre questa estate hanno ottenuto risultati importati inserendo un pezzo ‘remix’ (su You Tube)) realizzato nella piscina di una casa privata.

Un pezzo interessante, nel quale si assiste a uno sdoppiamento tra Luca e Tecno (il primo si deprime, il secondo ne scrive), in cui si vede con chiarezza la bandiera di Magenta (‘è la nostra città, il luogo dove viviamo. Presto dedicheremo a Magenta anche una canzone’).

Un testo scritto durante il lockdown, per invitare le persone a svagarsi e a non pensare. Spensierata appunto perché nata in un momento difficile. E’ il remix di un pezzo americano, di cui abbiamo usato la base. Ed è così che apprendiamo l’esistenza di ragazze ‘gold digger’ (ossia ragazze che vanno con ragazzi, diciamo così, benestanti).

‘Il mio è uno stile di scrittura che definisco forte, la canzone più importante che ho fatto si chiama Odiami, e ha totalizzato 78mila ‘visualizzazioni’ su Spotify. Un numero elevato, anche se lo spartiacque a questo livello è di circa 1 milione. Se fa più di 1 milione, allora il pezzo  ha funzionato davvero. Considera che Sfera Ebbasta ha oltre 4 milioni di account che lo ascoltano su Spotify.

Tornando a Odiami, è una canzone di riscatto personale. Sono timido e introverso, così certe cose riesco a dirle con una canzone e non nel dialogo di tutti i giorni. Tutti ci giudicano, in quel momento avevo fatto uscire un lavoro che non era andato così bene come mi aspettassi, ed ero deluso. Magenta non è Milano, le persone si conoscono e le cose girano’.

Perché piacciono, le canzoni di Luca? Per la qualità musicale, ci dicono i suoi amici, e ovviamente per il mix coi testi. Oggi funziona avere un timbro proprio, delle canzoni che ‘ci rappresentano, che ci consentono di rispecchiarsi nei testi che leggiamo e sentiamo’.

E Magenta, oltre a essere la città di Luca e della sua ‘crew’, è anche il titolo della canzone che Luca ha scritto di recente. ‘Magenta è la mia città, ma anche il luogo da cui vorrei andar via. Se rimani, è come se ti negassi qualcosa. Ma nel contempo Magenta è sempre casa, è sempre l’espressione di un valore come l’appartenenza. La canzone è molto incazzata. Quando sono negativo scrivo cose positive, quando sono positivo non scrivo’.

Cosa ti piace e cosa non ti piace, di Magenta? ‘Non mi piace che, non essendo a Milano, fai qualcosa e vieni etichettato.  Una cosa positiva, invece, è che Magenta è casa, il luogo dove vivono i miei amici’.

Luca si è già esibito a Milano, allo Space 25, ma ovviamente sognerebbe di organizzare un grande concerto a Magenta. ‘Avrei dovuto cantare in un locale della città, ma vorrei poterlo fare in tensostruttura, che peraltro è in piazza Mercato. Una cosa molto interessante che organizzano a Milano, per esempio, sono le battaglie di free style (musicale). Concerti che a me sono piaciuti? Direi quello di Mezzosangue’.

Magenta, intesa come canzone, sarà pronta a breve. Su You Tube e Spotify. E gli amici di Luca hanno (come tutti i ragazzi della loro età) sogni e progetti, vorrebbero diventare registi, vedere un concerto di Luca, organizzare eventi.

‘A Sedriano’, ci rivela Luca, ‘ricordo che alla festa del paese fu organizzato da me ed un altro ragazzo,due anni fa, un concerto con dei musicisti della zona. Una cosa che sarebbe serenamente replicabile, come segno- ripeto- di appartenenza. Magari la prossima estate, i giovedì sera dei negozi aperti e delle bancarelle’.

Quindi in definitiva cosa siete tu ed i tuoi amici, Luca? ‘Siamo un gruppo. Odiami è una canzone ispirata dal mio migliore amico’.

Che rapporto avete con la lettura e i libri? ‘Leggiamo, magari non quello che ci dicono di leggere a scuola ma leggiamo. Io per esempio’, dice Luca, ‘ho letto i libri di Fabri Fibra. E sono interessanti’.

E il rapporto col mondo adulto? ‘Mah… Non ci sentiamo del tutto compresi. Spesso con le persone, quando siamo in giro il fine settimana, spuntano polemiche del tutto inutili. Non facciamo niente di male, in realtà. Sul rapporto giovani-adulti le cose da dire sarebbero molte, non è semplice sintetizzare’.

E la musica che cosa è, un mezzo di espressione? ‘Può essere una porta, un mezzo di comunicazione. Ma so benissimo’, sorride Luca, ‘che un mio pezzo difficilmente può piacere ad un adulto. Il rap è molto rivoluzionario, è un codice di linguaggio rivolto a noi ragazzi. Fibra, in questo, è particolarmente bravo a dare un’espressione al nostro modo di essere e pensare’.

Eccoli, con la loro candida sincerità (spesso spiazzante), Luca e i suoi amici. I giovani di oggi, le città e gli adulti (a Magenta, e non solo) di domani. Bisognerebbe ascoltarli di più, per capire realmente in che direzione stiamo andando. E dove sarebbe possibile che giovani e adulti, magari, si incontrino su un terreno il più possibile comune.

Fabrizio Provera

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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