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Dall'archivio:

Luca La Camera in uscita da Magenta (direzione Milano)

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Si conclude, dopo 3 anni, l’esperienza del capo di Gabinetto della giunta Invernizzi, che ha gestito alcuni dei dossier più scottanti dell’Amministrazione

 

MAGENTA – E’ in procinto di assumere un ruolo rilevante a Milano Luca La Camera, il Capo di Gabinetto del Comune di Magenta rimasto in carica dal marzo del 2014 al corrente mese di maggio. E’ la notizia che filtra dagli ambienti politici cittadini.

La Camera si congederà a giorni dal suo incarico di Capo di Gabinetto,  ricoperto appunto per 3 anni e che gli ha consentito di assumere nel tempo una funzione chiave a palazzo Formenti. Molti dei dossier più scottanti (come direbbe un amante di libri gialli o di retroscena politici..) li ha gestiti lui, che assieme a Paolo Razzano è stata senza dubbio la persona politicamente più esperta della compagine magentina.

A fianco di Beppe Sala e della segreteria Dem alle Comunali meneghine del 2016, è proprio a Milano (dove peraltro vive) che La Camera tornerà, per assumere una funzione che ci dicono essere di rilievo. Solida cultura giuridica, nel passato di La Camera (che peraltro non ha neppure 40 anni) ci sono un passaggio al Cerimoniale della Presidenza della Repubblica e l’esperienza a fianco di Filippo Penati in Provincia di Milano.

Una figura di spessore elevato, proveniente da un milieu personale  e familiare che alcuni a Magenta non hanno capito. Dimostrando che c’è una grossa differenza, come diceva un illuminato sindaco dell’Est Ticino, tra l’essere di provincia e l’essere provinciali. Ciò detto, rispetto alle polemiche sul suo ruolo Luca La Camera non ha mai fatto un plissé, rispettando le regole della tenzone politica. Chi  ha percepito denaro pubblico ricoprendo incarichi fiduciari grazie alla chiamata diretta di politici divenuti Amministratori pubblici-come il sottoscritto- l’ha invece sempre capito.

A dispetto dell’oscura nomea di ‘travet’, le pubbliche amministrazioni necessiteranno sempre dell’esigenza di attirare le menti migliori forgiate attraverso le scuole di partito. E uno dei principali mali di questa nostra adorata Nazione è aver rinnegato, nella rincorsa senza senso al demagogismo grillino, questa verità chiara come il sole.

Senza dubbio, se ne va una figura chiave del governo Invernizzi. Che, dovesse essere rieletto, dovrà certamente pensare a come sostituirla.

F.P.

 

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