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Luca Del Gobbo: contro l’imbarbarimento della politica

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MAGENTA – “Oggi assistiamo ad un imbarbarimento generale della politica, oggi vige la regola del tanto meglio, tanto peggio. Ciò che conta sono solo le percentuali dei sondaggi, vale tutto. Ma io a questo modello non ci sto. Non posso accettare che i cittadini vedano i politici per lo più come gente che nella vita non ha di meglio da fare”.

Quella di Luca Del Gobbo – per dieci anni Sindaco di Magenta, e poi Consigliere regionale, Assessore nella Giunta di Roberto Maroni e oggi di nuovo Consigliere regionale di Noi con l’Italia nella Giunta di Attilio Fontana – è una riflessione a tutto campo con Ticino Notizie sullo scenario politico attuale. Del Gobbo da sempre alfiere della politica “fatta di lavoro e passione” ribadisce l’importanza del merito e della preparazione per chi si accinge ad amministrare la cosa pubblica. “Nella mia carriera ho conosciuto amministratori di tutti i colori politici e ho trovato, ve lo posso assicurare, tante gente con queste caratteristiche. Spiace davvero allora assistere adesso al trionfo dell’antipolitica”.

E per ben descrivere quanto sta accadendo Del Gobbo rispolvera uno slogan  – certi versi oggi profetica – caro a Gabriele Albertini indimenticato sindaco di Milano. Per Albertini vigeva il motto del cosiddetto ‘buon amministratore di condominio’. “Beh oggi stiamo andando nella direzione opposta – spiega il Consigliere regionale –  e questo è molto grave. Abbiamo attraversato come Occidente una pesante crisi economica, adesso, dinanzi a nuovi scenari servirebbe una classe politica adeguata: si parla di nuove professioni, di intelligenza artificiale…..chi può governare questi cambiamenti gestendoli e non subendoli?”.

“Servirebbero le migliori energie del Paese impegnate nella costruzione del bene comune, epperò, oggi giorno parlare di professionalità della politica sembra una bestemmia” osserva Del Gobbo. “Ci troviamo con un partito politico il Movimento 5 Stelle che bolla la competenza come un elemento negativo. Oggi ci troviamo con dei Ministri della Repubblica che non hanno contezza delle infrastrutture aperte o chiuse. Ministri che non sanno che Anas ha in atto contenziosi per un valore pari a 10 miliardi di euro….”.

In altre parole, un mondo alla rovescia rispetto all’excursus che Del Gobbo ha seguito dagli esordi ad oggi. “Per me il tema della formazione è sempre stato dirimente. Adesso vedo che paga di più urlare. Ma il mio auspicio è che questa alleanza giallo verde sia qualcosa di transitorio e non certo strutturale”.  Nella sua analisi Del Gobbo non può non rilevare come la Lega di Salvini sia cambiata molto rispetto a quella con cui ha governato “molto bene per dieci anni nell’Amministrazione di Magenta, così come rispetto al modello lombardo che funziona da trent’anni a questa parte”.  “Senza dubbio il Centrodestra dev’essere rivisto e reso più attuale come schieramento politico – concorda – ma sono dell’idea che si ci debba muovere ancora per il bene del Paese dentro un’area liberal popolare. Oggi – ammette Del Gobbo – noi moderati siamo in difficoltà, ma io non mi sposto da una politica fatta di questi contenuti e da questi valori ispiratori”.

Posto che l’ex Sindaco ammette senza troppi problemi che quella di Noi con l’Italia è stata un’esperienza che non è stata premiata dagli elettori. “Di questo ne dobbiamo prendere atto e dobbiamo tutti darci da fare nel costruire un Centrodestra che, tuttavia, non si sposti da quelle che sono sempre state le sue fondamenta”. E cioè: la costruzione del bene comune, il cittadino con le sue libertà al centro, la sussidiarietà come tassello centrale nella costruzione della società. “Sono contrario alla visione dell’uomo solo al comando, così come rispetto all’idea di centralismo. Credo inoltre che l’avversario politico non sia un nemico, bensì un soggetto con il quale dialogare e che pur partendo da posizioni differenti dalle tue, possa portare un contributo serio nella visione di sviluppo del Paese”.

Per Del Gobbo occorre costruire una nuova classe politica partendo da questi presupposti ma anche una nuova classe d’imprenditori. “Torniamo a fare la gavetta, basta con l’improvvisazione del momento senza visione prospettica”. 

In ultima analisi, i “professionisti della politica” – tanto dileggiati dai 5 Stelle e da una certa parte del populismo oggi al governo- così come alcuni preziosi insegnamenti che arrivano dalla Prima Repubblica secondo il politico magentino sono elementi da cui ripartire nella costruzione di un modello di società duraturo. “In questa Finanziaria – aggiunge Del Gobbo – non vedo elementi  di crescita per il Paese. Mi chiedo se sia giusto tagliare i fondi alla Sanità, quando, nella sola Lombardia mancano 1.000 medici, mi chiedo se sia corretto non sostenere le PMI che sono l’architrave dell’economia del nostro Paese per portare avanti il reddito di cittadinanza…”.

“Perché – prosegue Del Gobbo – il lavoro è anche una forma di emancipazione dell’uomo. Il lavoro dà dignità alla persona, invece, oggi ci troviamo il partito di Beppe Grillo che dice l’esatto contrario. E’ indubbio allora che siamo davanti a due modelli di società molto distanti tra loro”. 

Da qui l’auspicio finale ad “nuova casa” dei moderati italiani. “Va costruito un soggetto nuovo, inclusivo, capace di partire dal basso, attraverso un modello di democrazia realmente partecipata, in grado di realizzare una classe dirigente di livello. Non possiamo essere governati da chi parla di strane ‘manine’ da denunciare in Procura o, ancor peggio, da portavoce che asseriscono di non volere una società in cui ci sono down e anziani. Davvero troppo, davvero inaccettabile”.

Fabrizio Valenti

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