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L’ombra antica del tempo: trasmettere una passione. Il Corsivo Encefalogramma dell’anima

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In occasione della mostra di pittura, artigianato e Meridiane organizzata dagli Amici del’arte di Magenta presso la Mazzetti a Marcallo con Casone ho avuto modo di chiacchierare con piacere con Vincenzo Vaiana, gnomonista. Per chi non lo sapesse, la gnomotica è la scienza della progettazione e costruzione di Meridiane.

 

 

Dove è nata la passione per gli orologi solari?

La mia passione è nata alle elementari. In classe terza la maestra ha spiegato, a grandi linee, cos’era la meridiana e ne sono rimasto colpito. Negli anni, quella lezione mi è rimasta in mente: ogni tanto ne vedevo qualcuna… A circa 20 anni ho comprato un rudere a Castellazzo de’ Barzi: sulla facciata – tra intonaci e tinteggiature –  ho trovato due Meridiane del 1650 completamente distrutte. Da allora mi sono detto: “queste meridiane devono rivivere”. Mi sono intestardito, ma negli anni ’80 e ’90 non c’era la possibilità di cercare in internet per trovare qualcuno che le restaurasse. A furia di telefonate, tramite il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, ho conosciuto un astronomo che mi ha fornito delle dritte su come fare; ho poi comprato dei libri e incominciato a studiare. Già dipingevo e così, tra una cosa e l’altra, sono riuscito per la prima volta a far rinascere le due Meridiane. Bellissimo, è stata una grande emozione.

Stupendo. La gnomotica è il tuo lavoro?

Per me è un hobby. Un connubio di scienza, astronomia, trigonometria e poesia. Di professione facevo il lattoniere, lavoravo sui tetti, ma ho fatto tanti lavori: da piccolo il falegname, poi il meccanico ed elettricista. Con mio padre ho fatto anche il muratore: mi arrangio a fare tutto.

Hai una passione per i lavori manuali.

Quando ero piccolo, se in cortile con gli altri bambini non avevamo giochi, me li inventavo io con dei legnetti o dei sassolini.

Diventando grande hai continuato a creare: come si creano le Meridiane?

Innanzitutto c’è un calcolo scientifico da fare per far funzionare l’orologio. Quando ho costruito la casa ho trovato dei bidoni in cotto, li ho recuperati (e ne recupero ancora in giro) e con questo materiale ho costruito delle piccole Meridiane. Costruisco con il legno, con il ferro… mi arrangio anche a incidere e a lavorare i materiali. Se chiedi ad altre persone di farti un lavoro non lo faranno mai come lo vuoi e allora ho dovuto adattarmi a fare di tutto. Mi piace: disegno, faccio un progetto e poi lo realizzo. Una volta, parlando con amici, ho saputo che dovevano smantellare un pollaio e lì ho scoperto bidoni molto grossi e pesanti del 1400 recuperati dal pavimento di una Chiesa dei dintorni. Li uso per fare le Meridiane e così rivivono!

Sono previsti progetti scolastici sul tema?

Sì, un progetto già avviato con il Comune di Magenta. Ho avuto molte richieste anche ad Abbiategrasso e nel comune di Milano.

C’è già stato qualche incontro?

Sì, ho iniziato con la scuola Papa Giovanni XXIII a Magenta. Ho fatto una Meridiana per la scuola e le maestre mi hanno chiesto se potevo parlarne ai loro bambini. Studiando il sistema per insegnare agli alunni ho pensato che non avrei potuto mettermi fuori dalla scuola e far vedere la Meridiana, allora ne ho realizzata una piccola, didattica, in modo da far vedere ai bambini una simulazione del sole. Nella lezione racconto da quando gli uomini primitivi incominciarono ad osservare il sole e arrivo gradualmente a spiegare che cos’è la Meridiana. Ho tenuto una lezione in ogni classe: 250 alunni. Ho avuto una grande soddisfazione per quanto riguarda questa scuola perché dalla prima alla quinta elementare sapevano dirmi che ora era e che periodo dell’anno era.

Da una prima fascinazione alle elementari ora porti avanti l’insegnamento della tua maestra con altri bambini.

Certo! Io dipingevo ma dipingevano tutti. Dovevo trovare qualcosa che non tutti fanno. In una mostra che ho tenuto al museo del legno di Corbetta mi hanno detto che sarebbero passate delle scolaresche: 600 alunni. Tutti entusiasti: ho palpato proprio l’interesse! Li colpivano soprattutto le ombre che si muovono e che segnano il tempo e le stagioni. È proprio l’effetto delle luci e delle ombre che lascia stupiti i bambini (come le ombre cinesi!). Mi piace trasmettere e far conoscere le Meridiane perché si sono perse nel tempo con il modernismo, sono scomparse. Ultimamente ne sono state scoperte di antiche e le hanno cancellate. Quando osservi le Meridiane vieni avvolto da una sensazione che ti porta indietro nel tempo, vieni rapito da un fascino silenzioso e naturale: l’orologio solare.

Tra le opere più significative di Vincenzo Vaiana vi è il restauro delle Meridiane situate presso la Chiesa di Robecco sul Naviglio, al Museo Agricolo di Albairate e presso case private. Per contattarlo: [email protected].

Per saperne di più…

“La Meridiana è un orologio solare costituito da uno stilo o gnomone, fissato su una superficie piana, quasi sempre verticale, disposta parallelamente all’asse di rotazione della Terra. In particolare la Meridiana è la linea d’ombra generata dallo gnomone a mezzogiorno. Sulla superficie dell’orologio solare sono tracciati diversi raggi con il centro nella base dello stilo; ciascuno indica una determinata ora del giorno. La linea meridiana più importante è posta al centro dei raggi e può essere determinata sia con metodi puramente geometrici o con procedimenti astronomici. L’uso della meridiana era molto diffuso tra i popoli dell’antichità che regolavano il tempo sulla divisione del giorno in due parti, determinate dall’ora in cui il sole raggiungeva la massima altezza sull’orizzonte (mezzogiorno). Oltre alle meridiane sulle pareti della Torre dei venti di Atene, sono da ricordare quella di Palestrina, quelle rinvenute a Pompei, Ercolano e Roma. Il più grande solarium fu quello di Augusto in Campo Marzio, il cui gnomone era costituito dall’obelisco di Piazza Montecitorio.”

 

Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima” (Ed. “La Memoria del Mondo”). È direttrice dell’Accademia di Scienze Psicografologiche con sede nel centro di Magenta, che organizza corsi e incontri di psicologia, grafologia, calligrafia e non solo (www.psicografologia.wordpress.com).

 

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