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Lombardia zona rossa/3, Mazzoleni fa i conti: ‘I numeri non tornano, decisione incomprensibile’

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MAGENTA -Sulla evidente singolarità (non ci spingiamo oltre..) della scelta del Governo e del ministro Speranza di collocare la Lombardia in zona rossa da domani, 17 gennaio, crediamo che una delle considerazioni più lucide le abbia scritte Marcello Mazzoleni, che oltre alla passione per il meteo ha una spiccata predilezione per i numeri e le statistiche.

In base alle quali, da giorni, va elencando sulla propria pagina Facebook quelli che sono i numeri di un ‘controcanto’ a buona parte delle versioni ufficiali. E che nell’inclusione nella zona rossa della Lombardia ci sia qualcosa che evidentemente NON VA, Mazzoleni lo spiega in maniera pacata, scientifica ma ferma.  E allora, non ci resta che leggere quanto ha scritto ieri sul suo profilo Facebook.

“Praticamente un mese fa, il 13 dicembre scorso la Lombardia entrava in zona gialla a fronte di dati medi del periodo 11-12 dicembre come di seguito:
– ricoverati nei reparti ordinari positivi al coronavirus: 5515
– ricoverati nei reparti di terapia intensiva positivi al coronavirus: 741
E da domenica invece entriamo in piena zona rossa con i dati medi riferiti al periodo 14-15 gennaio, che sono questi:
– ricoverati nei reparti ordinari positivi al coronavirus: 3605
– ricoverati nei reparti di terapia intensiva positivi al coronavirus: 467
(tutti questi numeri vanno rapportati ad una popolazione di quasi dieci milioni e mezzo di residenti).
Ovvero, nel giro di un mese, il calo di questi parametri principali per l’impatto di un’epidemia sul sistema sanitario è stato:
– di circa il 35% per i ricoveri nei reparti ordinari;
– di circa il 37% per i ricoveri nei reparti intensivi.
Come ho già avuto modo di spiegare – e anche i dati degli ultimi giorni lo hanno confermato – gli indicatori riferiti al periodo delle festività, dal 24 dicembre al 10 gennaio erano del tutto inidonei per qualunque tipo di valutazione, in quanto giustamente con attività molto ridotta nei laboratori di analisi, si è data precedenza allo studio dei tamponi dei soggetti sintomatici, che ha alterato profondamente il trend intrapreso in tutte le Regioni. E infatti a partire da lunedì 11 gennaio tutti i numeri per la Lombardia e per le altre regioni sono rientrati nei ranghi della normalità del trend intrapreso prima delle festività. Ad esempio stamattina a lezione, per esercitarci, con una studentessa abbiamo calcolato Rt della Lombardia sui dati degli ultimi tre giorni e siamo tra 0.95 e 1.04, valori praticamente da zona gialla anche con la nuova definizione dei parametri, perché giustamente in base a quella vecchia saremmo stati tutti in zona gialla ma non va bene, perché guai a far vedere alla gente che le cose vanno molto meglio. Bisogna pentirsi e soffrire, perché la nuova religione è questa.
Tornando ai dati, se tutta Italia fino al 23 dicembre era in zona gialla, fa venire più di un dubbio a chi ha ancora la capacità di farseli venire, come mai dopo tutte le restrizioni e le chiusure delle festività oggi siamo tra arancio e rosso prevalente in Italia. Proprio perché si sono utilizzati dati palesemente alterati dai saliscendi delle festività. Tra l’altro, come ho già avuto modo di spiegare, Rt dopo due fasi di contagio, è già di suo un parametro inidoneo per prendere decisioni in quanto la parte di popolazione ancora suscettibile al contagio è molto ridotta, quindi anche un Rt “elevato” fa ormai riferimento a percentuali di popolazioni molto ridotte di individui suscettibili al contagio, con numeri sempre più bassi in termini assoluti.
Molto meglio usare, a questo punto, l’incidenza dei positivi (e aggiungo io, dei sintomatici) su 100.000 abitanti, ma siccome la Lombardia – che ha pagato pesantemente le prime due fasi di contagio e dunque ha molta meno incidenza attualmente – su questo parametro è adesso tra le cinque regioni messe meglio in Italia, è evidente il motivo per cui si sia scelto di non usarlo. Vedremo nei prossimi monitoraggi ufficiali, di fine settimana prossima e ancora di più della successiva, tra una quindicina di giorni che Rt della Lombardia e dell’Italia saranno in costante calo, su valori che ad oggi ho stimato fra 0.55 e 0.85 in praticamente tutte le Regioni, in particolare attorno a 0.80 in Lombardia entro fine mese, e non può che essere così coi dati attuali.
Chiudo con uno spunto di riflessione: permetto che non ho ancora visto bene i contenuti del nuovo DPCM ma pare che per contrastare la diffusione dell’epidemia in zona arancio e rossa sia permesso di andare una volta al giorno a trovare parenti o amici ma non si possa andare da soli nelle proprie seconde case. È una disposizione tra le tante che testimonia il delirio burocratico al quale stiamo assistendo da più di dieci mesi. E, essendo una disposizione totalmente priva di senso, per quel che mi riguarda non la rispetterò, purtroppo non posso già in questo weekend perché avevo già programmato di stare a casa perché ho tante lezioni, ma per me è come se questa norma non esistesse. La mia disobbedienza civile parte da qui.
Invierò  una PEC alle principali istituzioni (Governo, Regione Lombardia e, per conoscenza, Presidenza della Repubblica) riassumendo i contenuti di questo post, per avere chiarimenti ufficiali in merito a come vengono stabiliti i colori delle regioni, dai quali dipendono il reddito, il lavoro e il benessere psico-fisico di milioni di cittadini”.
Marcello Mazzoleni

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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