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Lombardia lumaca nelle vaccinazioni “over 80”: Didone (FNP CISL) fa due conti e….

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Sono 726mila over 80 censiti in Lombardia, in dieci giorni 18 – 28 febbraio (sabato e domenica compresi) sono stati vaccinati 61.615 over 80, quindi, 6.161 over 80 vaccinati al giorno. Di questo passo quanti giorni occorrono per vaccinare tutti i 726mila over 80 ? E quanti per tutta la popolazione Lombarda con o senza over 16?  

LOMBARDIA – In Lombardia la popolazione è di circa 10 milioni di persone ma togliendo per ora gli over 16 si scende a circa 8,5 milioni di persone, e di fronte al rischio di ammalarsi di Covid tutti hanno uguale diritto di accedere al vaccino: vecchi, anziani, giovani e meno giovani

Non passa giorno che una rappresentanza di persone chieda di essere vaccinata prima perchè strategica per le sorti del paese. E chi dovrebbe avere la precedenza per le prime dosi di vaccino?

A livello paese, gli operatori sanitari in prima fila, i farmacisti, i volontari, gli insegnanti? Ma anche gli individui più fragili, gli anziani, le persone con patologie gravi segregate in casa da mesi?. O invece non sarebbe più saggio privilegiare le persone che per abitudini sociali sono più a rischio di trasmettere l’infezione in giro, e in particolare in famiglia: i ragazzi, per esempio che vanno a scuola e sono in giro? O, scegliendo un altro punto di vista, non bisognerebbe forse mantenere in salute prima di tutto coloro che rappresentano l’ossatura economica di un paese: i lavoratori e le lavoratrici di settori strategici?

E a livello mondiale, quali paesi dovrebbero avere un accesso prioritario a questa fondamentale forma di prevenzione: forse quelli che hanno investito di più nella ricerca, mettendo a disposizione una grande quantità di risorse economiche e scientifiche? O magari quelli che contano oggi il maggior numero di casi, o quelli nei quali la letalità è superiore rispetto ad altri? O, più verosimilmente, quelli nei quali è in corso una furibonda campagna elettorale? O quelli dove sono in piazza contro il colpo di stato? O quelli che hanno il Pil più alto? Non sono decisioni nè semplici e nè facili!

Anche in Italia i vaccini stanno arrivando, per ora con il contagocce, ma già è iniziata la gara sulle priorità, su chi deve avere la precedenza. E ci sono diversi punti di vista da considerare, che possono non piacere, che possono sembrare di parte, scomodi o insoliti sia dal punto di vista etico che sociale, ma ci sono e vanno affrontati.

Esiste un modo “giusto” di distribuzione del vaccino contro Covid che non lasci indietro nessuno? Che tenga conto non soltanto degli aspetti sanitari e pratici ma anche di quelli relativi all’equità tra individui? Cosa è più prioritario, ridurre al massimo le morti premature dando la precedenza ai vecchi e anziani? Ridurre i danni economici e sociali dando la precedenza alle forze produttive e giovani? Ridurre la diffusione del virus a livello di popolazione dando la precedenza alle zone con il più elevato tasso di trasmissione?

Non tutti la pensano allo stesso modo anzi stiamo assistendo a una gara immunitaria dimenticando che siamo tutti sulla stessa barca, abitanti di questa regione, di questo paese, di questo pianeta. Pensare di combattere da soli, senza relazioni prima tra regioni e governo del nostro paese, a seguire tra stati europei e a livello globale, non ha alcun senso.

Inoltre, per prendere delle decisioni serie che hanno le gambe per camminare sono importanti anche le caratteristiche dei vaccini che arriveranno in Italia. Quante dosi arriveranno? Quanti richiami dovremo fare? Quanto durerà l’immunità data dal vaccino? Quante dosi saremo in grado di produrre in Italia al giorno? Quali saranno le modalità di conservazione e trasporto?

Il nostro paese deve affrontare la più grande campagna di vaccinazione mai eseguita in Italia, e il nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid ha davanti a sé il compito di organizzare il piano vaccini nel modo migliore possibile, considerando non solo gli aspetti logistici ma anche la necessità di avere un numero sufficiente di personale sanitario da dedicare a questa importante sfida. E da questo punto di vista, non nascondo una certa preoccupazione per quanto visto finora, inclusa la vaccinazione contro l’influenza, e quindi non riesco ad essere molto ottimista. Certamente occorre prepararsi bene e non prendere questo impegno alla leggera.

A mio parere sarà importante ricreare un nuovo rapporto di fiducia reciproca tra le istituzioni, gli esperti e i cittadini. Ciò richiede una diversa comunicazione, più aperta e chiara da parte delle istituzioni, capace di alimentare fiducia e di rinforzare il comportamento responsabile dei cittadini che non devono ancora abbassare la guardia, che devono evitare gli assembramenti, che devono lavarsi spesso le mani, che devono indossare sempre e bene la mascherina. Non sono decisioni ne semplici e ne facili! I migliori auguri di buon lavoro al nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid19.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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