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‘++Lombardia/Covid, età media in terapia intensiva è di 60-65 anni

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MILANO  “L`età mediana dei ricoverati in terapia intensiva per Covid oscilla tra i 60 e i 65 anni, il Covid ha preso in forma grave anche persone di 30-40 anni”. Lo ha riferito il presidente della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti Lombardia), Giuseppe Foti, ospite di Cusano Italia Tv.

“La situazione delle terapie intensive rispetto ai mesi scorsi è globalmente migliore: abbiamo margine, abbiamo anche un programma di riapertura dei posti letto secondo i livelli di accesso dei pazienti già dal pronto soccorso” ha spiegato Foti, ricordando che “noi abbiamo dei campanelli di allarme che ci dicono se tra una settimana o tra due le terapie intensive saranno invase: quando cominciano ad aumentare i tamponi positivi è un primo segnale”.
“Per quanto riguarda il personale, è stanco, io ad esempio sono stufo di trattare tutti questi pazienti, perché sentire parlare e trattare di Covid per 11 mesi è sicuramente impegnativo” ha affermato il medico, evidenziando che “gli anestesisti, a livello numerico, sono sempre stati carenti ma questo non è mai stato un fattore limitante per l`apertura di letti in terapie intensiva”. “Il problema è più serio quando si parla di infermieri” ha proseguito, facendo notare che “purtroppo noi abbiamo questo problema di considerare gli infermieri tutti uguali: l’infermiere di terapia intensiva è una professionalità capace di fare determinate cose, che non si possono improvvisare, perché fare un posto di terapia intensiva non vuol dire comprare un ventilatore, bisogna innanzitutto costruirli fisicamente e poi ci sono le competenze”.
Riguardo agli effetti post-covid, Foti ha detto “su questo mi sento di tranquillizzare: seguendo i pazienti che abbiamo dimesso, anche quelli molto gravi che erano stati in terapia intensiva, hanno avuto dei recuperi funzionali molto buoni e degli strascichi molto limitati”. “Paragonandoli ad altri pazienti degli anni passati, direi assolutamente che non stanno peggio – ha continuato – ovviamente ci vuole un po` per recuperare dal Covid ma vengono fuori bene”.
Per il presidente di Siaarti Lombardia, il preoccupante fenomeno dei medici “no vax” “è incomprensibile, è oscurantismo”. “So esattamente quali sono i dubbi sul vaccino ma abbiamo idea di cosa voglia dire 80mila morti? Io non ho avuto il minimo dubbio nel fare il vaccino, non c’è discussione”.

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