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‘++Lombardia (ancora) arancione, i ristoratori chiedono nuove norme

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MILANO  – Tornano nel ripostiglio sedie, tavolini e tovagliati dei locali lombardi, gremiti di avventori nelle scorse settimane. Con la fascia arancione, in vigore da oggi in tutta la regione, saranno preda della polvere, dopo aver affollato le vie e le piazze dei centri cittadini, fino al 27 marzo. Gongola chi e’ riuscito ad approfittare delle prime giornate di primavera coincise con gli ultimi momenti di fascia gialla per godersi un pasto fuori. Chiudono ombrelli e tende da sole e riappaiono i sacchetti e i pacchettini di cibo da asporto, le code di attesa attorcigliate fuori dai ristoranti e le braccia tese attraverso le vetrine per lo scambio degli ‘spuntini’. Fuori dai bar, in piedi, sparpagliati a varicella sui marciapiedi, gli habitue’ bevono il loro caffe’ nei bicchierini di carta. “Le reazioni degli esercenti non possono che essere negative” dice Carlo Squeri, segretario di Epam, associazione dei pubblici esercizi di Milano all’agenzia Italpress.

 

“Noi stavamo lavorando a livello nazionale per modificare le regole di passaggio alle varie zone. Abbiamo chiesto al Governo di poter tornare a lavorare di giorno nelle zone arancioni e anche di sera nelle zone gialle, fino all’orario del coprifuoco. Questo ritorno in zona arancione senza essere ancora riusciti a modificare la norma ci penalizza pesantemente. Ci auguriamo – aggiunge – che con il prossimo provvedimento queste richieste, tra l’altro condivise con il Cts, possano essere prese in considerazione e applicate”. Conciliante, nello sconforto, sui provvedimenti ‘last-minute’: “I tempi e’ anche difficile immaginarli in maniera diversa, finche’ si continua a ragionare sugli indici legati all’emergenza sanitaria, per forza di cose non si possono basare sulla situazione di una settimana prima. E’ chiaro che la programmazione comunque ne risente”.

 

Anzi, aggiunge il segretario: “Adesso lo abbiamo saputo con tre giorni di anticipo, ci sembra gia’ un bel risultato rispetto alle due o tre ore prima a cui invece eravamo abituati. Uno scarto temporale enorme – scherza – in quest’ultimo anno ne abbiamo viste di tutti colori”. Squeri ribadisce che “bisognerebbe cambiare a monte il sistema: a quel punto i passaggi da giallo ad arancione sarebbero molto piu’ facilmente assorbibili dalle attivita’”. Paradossalmente, osserva il segretario, “la somministrazione ai tavolini crea molto meno assembramento dell’asporto. Sarebbe piu’ di facile anche il controllo per le forze dell’ordine”.
(Stefania Blasioli, Italpress)

 

 

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