MILANO Da gennaio a giugno denunce di infortunio sul territorio lombardo sono state 73.919, il 47,6% in più rispetto alle 50.082 del primo semestre 2021. Le province con l’andamento peggiore sono Milano (27.220), Brescia (11.179) e Monza-Brianza (5.645). 37 gli incidenti mortali rilevati da Ats, dieci in più rispetto al 2021.
”C’è stata una inadeguata attività di prevenzione – osserva Pierluigi Rancati, segretario Cisl Lombardia – sia sotto il profilo organizzativo e di gestione dei rischi specifici nelle aziende, sia rispetto a insufficienti controlli, in carenza di personale, da parte degli organi preposti”. Tra le cause dell’aumento degli incidenti sul lavoro ci sarebbe, secondo Rancati, anche una mancanza di personale preso le agenzie di tutela della salute. “Nell’area della prevenzione – sottolinea il segretario della Cisl – le Ats lombarde stanno operando con il 35-40% in meno del personale rispetto agli organici di dieci anni prima: mancano, anzitutto, tecnici della prevenzione e medici del lavoro”. Più prevenzione, maggiori controlli, e nuove assunzioni nelle Ats. Sono questi i tre punti su cui, secondo Rancati, dovrebbe intervenire la Regione.
“Si spendano le risorse destinate obbligatoriamente alla prevenzione – conclude il segretario di Cisl Lombardia – aumentando organici e attività di controllo. Si sviluppino percorsi formativi in materia di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, in modalità congiunta, coinvolgendo anche il datore di lavoro, e con l’utilizzo diffuso in azienda anche dei break formativi. Si intervenga già a partire dalla scuola, per attrarre i giovani ai corsi universitari per le professionalità della prevenzione di cui in Lombardia c’è estremo bisogno”
