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Dall'archivio:

Lo ‘zuavo’ (turcos) dipinto su un soffitto a cassettoni, rinvenuto da Ermanno Solivardi

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TURBIGO. Fu in occasione della Giornata dell’Unita Nazionale e delle Forze Armate (4 novembre 1989) che l’allora presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Ermanno Solivardi, ci parlò nel ritrovamento casuale, nei locali del ciclista Schiavo di Via Matteotti (in alto, su un soffitto), angolo Via Fredda, di un disegno rappresentante uno zuavo del quale ci fece avere la foto qualche tempo dopo.
Ermanno Solivardi – che conoscevamo da sempre, in quanto abitavamo nello stesso palazzo De Cristoforis – ci segnalò la scoperta in quanto, poco tempo prima, era stata pubblicata, sulla rivista di storia locale ‘Contrade Nostre’, una monografia su ‘La Battaglia di Magenta’, presentata alla libreria ‘Segnalibro’ di Magenta il 3 giugno 1989 in occasione del 130° anniversario. Del numero monografico su un tale importante evento, ‘dimenticato’ da tempo, ne parlarono diffusamente ‘Il Giorno’ (2 giugno 1989) e i settimanali locali, tant’è che andò subito esaurito e fu ristampato più volte.
Fu in tale occasione che scoprimmo che il nome era mutuato da quello di una tribù berbera (1830), ma qualche decennio dopo, con la creazione dei Tirailleurs (‘fucilieri’, i cosiddetti Turcos), il corpo degli zuavi si trasformò ben presto in un’unità completamente francese. Fu un loro reggimento, in prima linea, all’assalto degli Austriaci nel combattimento di Turbigo-Robecchetto, dove perse la vita il comandante, quel capitano la cui tomba che riporta la sottostante scritta – posta nel 1° Campo del cimitero turbighese – è stata onorata, qualche settimana fa, da una visita:
ERNEST CHARLES VANEECOUT/CAPTAINE AU REGIMENT PREMIER/ DES TIRAILLEURS ALGERIENS/OFFICIER DE LA LEGION D’HONNEUR/ TUE LE 3 JUIN 1859/ COMBAT DE TURBIGO/ DANS LA TRENTE SEPTIENE ANNEE DE SA VIE/ PRIE POUR SON AME.
Oggi, il nome di Ermanno Solivardi è stato dato al Museo – posto nell’ex palazzo municipale – che raccoglie tanti momenti della millenaria storia turbighese, ma in particolare documenta la presenza di due ‘Napoleoni’: il primo, il più Grande, corse il rischio di essere ucciso proprio a Turbigo; il secondo, Napoleone III, ci ha lasciato il ritratto del ‘turcos-zuavo’ motivo di questo ricordo.

FOTO Il ‘turcos’ dipinto sul soffitto a cassettoni dell’abitazione di Via Matteotti

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