― pubblicità ―

Dall'archivio:

L’Ndragheta puntava sui parcheggi di Malpensa: 34 arresti dei Carabinieri tra Legnano e Busto Arsizio

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

MALPENSA LEGNANO Attivita’ commerciali nei pressi dell’aeroporto di Malpensa e non solo, questi gli elementi dell’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano e condotta dai carabinieri del comando provinciale milanese, che da questa mattina stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 34 persone (32 italiani, un marocchino e una romena), non solo nel Varesotto, ma in varie province italiane. Nel mirino dell’inchiesta le dinamiche legate alla locale di ‘ndrangheta di Legnano (MI) e  di Lonate Pozzolo (VA), la cui regia ha permesso alle persone colluse di fare affari.
Maxioperazione antimafia, coinvolte diverse province da Nord a Sud
I militari del Comando provinciale di Milano, nelle province di Milano, Varese, Cosenza, Crotone, Firenze, Udine, Ancona, Aosta e Novara stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 34 persone, di cui 27 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, danneggiamento seguito da incendio, estorsione, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, detenzione e porto abusivo di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (tutti aggravati poiche’ commessi avvalendosi del metodo mafioso ed al fine di agevolare le attivita’ dell’associazione mafiosa), truffa aggravata ai danni dello Stato ed intestazione fittizia di beni, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Oltre 400 gli uomini impegnati con il supporto di unita’ speciali, cinofile ed elicotteri. L’indagine, avviata nell’aprile 2017 e coordinata dalla Dda di Milano, ha consentito di accertare che “l’organizzazione era stata in grado di infiltrare gli apparati istituzionali e che, dalla seconda meta’ del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi della locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, a seguito della scarcerazione di due esponenti apicali della medesima consorteria criminale in forte contrasto tra loro”.

L’indagine avrebbe accertato un legame tra l’ex sindaco di Lonate Pozzolo, Danilo Rivolta, e alcuni esponenti della ‘ndrangheta. L’elezione di Rivolta sarebbe infatti stata supportata da influenti famiglie calabresi che lo avrebbero aiutato in cambio di un assessorato alla nipote del boss Alfonso Murano, ucciso il 28 febbraio del 2006 a Ferno (VA). Risultano indagati anche un consigliere di Fratelli d’Italia e un perito che lavorava per la Procura di Busto Arsizio (VA). L’indagine è iniziata nell’aprile 2017, quanto fu scarcerato Vincenzo Rispoli, ai vertici delle cosche locali. Secondo quanto riportato da ANSA, gia’ prima di quel momento, dalla seconda meta’ del 2016, era in corso un processo di ridefinizione degli assetti organizzativi del ‘locale’ dovuti alla scarcerazione di esponenti di spicco. Cio’ aveva creato tensioni interne che erano state risolte grazie all’intervento dello stesso Rispoli e di Giuseppe Spagnolo, al vertice della cosca Farao-Marincola che comanda nell’area di Ciro’ Marina (Crotone) e in stretto contatto con quella di Legnano-Lonate. Gli investigatori sono riusciti a documentare alcuni incontri organizzati per decidere come risolvere le controversie e assegnare territori e competenze agli affiliati.
Parcheggi nel mirino delle cosche
La cosche avrebbero, secondo i primi accertamenti, puntato ai parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa e alla costruzione di nuove attivita’ commerciali in aree nei comuni adiacenti. Il gip della procura di Milano ha disposto il sequestro di due parcheggi privati, “Malpensa Car Parking” e “Parking Volo Malpensa”, oltre a meta’ delle quote della societa’ “Star Parkings”, al di fuori dell’area aeroportuale. In totale il decreto ha consentito di sequestrare beni per un valore complessivo di 2 milioni di euro. I proventi erano investiti in parte nell’acquisto di ristoranti e di terreni per la costruzione di parcheggi poi collegati con navette all’aeroporto.

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi