― pubblicità ―

Dall'archivio:

L’Italia è il decimo paese più ignorante del mondo- di Lisa Modugno

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Questi sono i risultati del sondaggio condotto dall’IPSOS MORI, famigerato centro di ricerca e mercato di Regno Unito e Irlanda. 
L’indagine, denominata “Perils of perception” (tradotto “pericoli della percezione”) ha coinvolto 11 mila soggetti per nazione, che sono stati semplicemente tenuti a rispondere a domande riguardanti temi come emigrazione, religione, bullismo e vari problemi di natura sociale. 
Gli italiani, che hanno raggiunto il decimo posto nella classifica mondiale, hanno mostrato una percezione totalmente distorta della realtà: infatti, per fornire alcuni esempi , hanno stimato che il popolo dello stivale sia composto al 26% da immigrati, mentre la percentuale effettiva è del 9%; oppure che gli atei comprendano il 35% della popolazione rispetto ad un reale ed esiguo 12%.
Partendo da ciò, la domanda rispetto a cosa abbia condotto a questo esito ambiguo risulta spontanea.
Di fatto, questa concezione falsata della nostra società non può essere riconducibile ad una sola causa, bensì a numerosi fattori di varia natura.
Il motivo che alimenta principalmente questo fenomeno è, paradossalmente, fornita dai mezzi stessi di comunicazione: ogni giorni siamo letteralmente bombardati da milioni di notizie provenienti da fonti di qualsiasi tipo, partendo da un articolo di giornale  fino ad arrivare al pettegolezzo al bar. Il vero problema è che la maggior parte dei cittadini non è in grado di dissociare le così dette “fake news” dalle notizie vere e tratte da fonti attendibili. Questa incapacità di “filtrare” e di gestire le informazioni , che è molte volte dettata da una pigrizia di tipo mentale, suggestiona negativamente le persone così che la loro visione di ciò che li circonda risulti completamente alterata e fallace.
Inoltre, nonostante l’Italia si trovi al 4o posto in Europa e 7o nel mondo come numero totale di Università non è, paradossalmente, riuscita nell’impresa di migliorare la nostra posizione all’interno di questa particolare classifica, ma ha al contrario favorito la così detta “fuga di cervelli”, cioè l’emigrazione di laureati all’estero, che negli ultimi 9 anni è aumentata dal 18,2% al 30,9%.
Un unico e funzionale rimedio per migliorare questa situazione non c’è, ma forse un espediente a cui tutti possono accedere facilmente  potrebbe essere la curiosità: quell’istinto che da bambini ci ha permesso di conoscere il mondo può sicuramente essere d’aiuto nell’ampliare le nostre conoscenze rispetto alla società in cui viviamo e in cui siamo coinvolti in prima persona. Infatti, è proprio la conoscenza,  che si basa sulla capacità di raccogliere e analizzare le informazioni che riceviamo, a permetterci di creare un identità e un modo di pensare che siano individuali, che si discostino dai falsi miti e non ci obblighino a seguire per inerzia le masse indistinte.
Lisa Modugno

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi