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L’emergenza migranti: tra realtà e percezione. Di Mariarosa Cuciniello

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Dall’inizio del 2018 si registra infatti l’arrivo di 20.597 persone (di cui 12.322 provenienti dalla Libia), nel 2017 invece sono arrivate più di 100 mila persone e quasi 130 mila in tutto il 2016. Facendo le dovute proporzioni, si registra quindi una diminuzione del -87,02% sul 2017 e del -90,46% sul 2016. Non bisogna tralasciare che la frequenza degli arrivi è calata verso luglio dello scorso anno grazie agli accordi siglati dal governo Gentiloni con le autorità della Tripolitania e del lavoro dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti.

Quindi se consideriamo l’evidenza dei fatti, i numeri indicano la situazione sia migliorata. Se da un lato c’è stato da parte dell’ultimo governo, soprattutto nella persona di Minniti, un cambio di marcia rispetto al problema immigrazione, dall’altro questo effetto è ben amplificato dalla narrazione politica di Salvini che con la politica di chiusura dei porti trasmette all’opinione pubblica il messaggio di un governo in prima linea nell’impedire gli ingressi irregolari in Italia. Anche se sembrano lontani i tempi di Mare Nostrum e dei continui sbarchi – poco chiari su chi veramente li favorisse – la percezione degli italiani è ben diversa.

Secondo gli ultimi dati di un’indagine dell’Istituto Cattaneo,solo il 27% degli italiani conosce quale sia la percentuale di immigrati non Ue rispetto alla popolazione complessiva in Italia. La maggior parte invece crede che ne siano il 17,4% rispetto al dato reale (Eurostat) di 7% di immigrati (9 se consideriamo quelli provenienti da altri Paesi dell’UE).

In particolare, la domanda che è stata rivolta agli intervistati era la seguente: “Per quanto ne sa Lei, qual è la percentuale di immigrati rispetto alla popolazione complessiva in Italia?”.L’errore di percezione commesso dagli italiani è quello più alto tra tutti i paesi dell’Unione Europea, questo è spiegabile per il fatto che l’immigrazione è stato tra i temi più importanti degli ultimi anni, problema che teneva banco anche nelle recenti campagne elettorali. Dall’indagine emerge anche come l’orientamento politico e il livello di istruzione sono fattori che incidono nella percezione: maggiore percezione di immigrati tra coloro che votano destra, centra-destra, minore rispetto alla media per chi vota centro-sinistra o sinistra. Anche se gli intervistati di sinistra, ritengono che gli immigrati in Italia siano più del doppio di quelli realmente presenti. Percezione minore tra i laureati e chi vive nelle grandi città soprattutto settentrionali. L’emergenza migranti però non è un problema risolto e non ha facile soluzione in giro di pochi mesi.

Se è vero che la chiusura della rotta attraverso il Mediterraneo centrale ha sostanzialmente prosciugato i flussi diretti verso i porti italiani e imposto il loro reindirizzamento verso le coste spagnole, la questione di fondo rimane: una massiccia immigrazione ha fatto spostare circa 800mila persone dal 2011, anno chiave delle primavere arabe. Inoltre solo 50-60mila persone aveva il diritto di entrare come rifugiato. Ad oggi ci sono 135 mila ricorsi pendenti per ottenere domanda di asilo, invece la maggior parte dei nuovi arrivati sembra irreperibile: molti sono partiti per i paesi del nord Europa, altri sono in giro per il Paese, se non sono già coinvolti nelle microcriminalità locali. I governi precedenti hanno usato varie trucchi per aggirare Dublino, omettendo di registrare i nuovi arrivati e permettendo loro di immigrare oltralpe. Adesso però il contesto politico è cambiato: i nostri partner europei non sono più disposti a tollerare il ricorso al problema migratorio per ottenere condizioni più favorevoli in materia di fiscalità. Pertanto all’attuale governo spetta proprio la fase più delicata: far valere le ragioni del Paese che però non può tener conto di Schengen, spazio comunitario di libera circolazione interna che per sopravvivere non può fare a meno del controllo delle proprie frontiere.

(Fonte: www.interno.gov.it; Istituto Cattaneo)

Mariarosa Cuciniello

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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