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Dall'archivio:

Legnano, Salvatore Forte commemora don Carlo Galli

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

“L’augurio per il tempo nuovo è quello dei sapienti ‘venuti dall’Oriente’.

Definiti ‘sapienti’ perché cercando Dio cercavano l’uomo nella sua dignità di Figlio di Dio”

(mons. don Carlo Galli)
 

 

C’è stato un tempo che, andando al lavoro, di mattina presto, entravo, tutte le volte che potevo, nella Basilica di San Magno dove m’incontravo con don Carlo che era seduto in una cappella di sinistra con il suo breviario e intercalava la preghiera con l’ascolto e il dialogo con i suoi parrocchiani. Io non ero un suo parrocchiano, ci eravamo conosciuti nelle sedi istituzionali e si era creata un’abitudine alla frequenza che si è protratta fino ai giorni d’oggi. In quelle lontane mattine parlavamo di molte cose, materiali e immateriali, dei dubbi che, come cristiano, io spesso avvertivo, della società civile e anche della Politica (che immaginavamo con la P maiuscola) perché la politica, come la religione, si occupa (o dovrebbe occuparsi) prioritariamente dell’uomo e della sua dignità. Le sue riflessioni, i suoi consigli, le sue sentenze, mai categoriche, erano sempre ispirate dalla Sapienza e dalla speranza in un tempo nuovo e migliore. Quegli incontri sono stati illuminanti e credo mi abbiano reso più consapevole del chi volevo essere.

Non ho ricordi del monsignore quotidiano, gestore della macchina complessa che è una comunità parrocchiale, ma ho buona esperienza del monsignore organizzatore di eventi che richiamavano tantissimi cittadini e che avevano risonanza anche fuori Legnano. Ricordo, per essere stato uno dei componenti i comitati organizzativi, la “Cattedra dei non credenti” e il “Dialogo tra le religioni monoteistiche”. Eventi che riempivano l’aula magna del Liceo Galilei e che toccavano i grandi temi dell’essere e del come essere cristiano e dell’importanza che le religioni monoteistiche dialoghino tra di esse affinché ognuno si arricchisca anche grazie alla diversità dell’altro.

Negli ultimi tempi, in quel di Sant’Alessandro a Gallarate, pur sofferente per alcune patologie, manteneva una lucidità integra, un amore per gli altri e la convinzione che “il raccontare sapiente è fondamento di cultura…”.

I suoi insegnamenti possono aiutare tutti noi, che oggi ci sentiamo un po’ orfani, a cercare di essere migliori nel suo nome.

Legnano- Salvatore Forte

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