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Dall'archivio:

Legnano, l’operazione ‘Boxes’ si concentra sui patrimoni dei trafficanti di droga. La giustificazione: “Erano i risparmi di una vita” (VIDEO)

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LEGNANO – Proseguono gli accertamenti dell’indagine denominata Boxes, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Legnano su più gruppi criminali dediti al traffico di stupefacenti che ha portato all’arresto, nella notte tra il 6 ed il 7 maggio scorso, di 15 persone ed alla denuncia di altre tre, in esecuzione ad altrettante ordinanze di Custodia Cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari, Dottoressa Nicoletta Guerrero, su richiesta del Pubblico Ministero, Sostituto Procuratore della Repubblica Martina Melita.

Nel corso dell’indagine erano stati individuati i luoghi ed i momenti in cui avvenivano le cessioni di stupefacenti, con il sequestro di 15 kg di cocaina purissima che stava per essere immessa sul mercato. Nel complesso delle attività investigative erano state arrestate 25 persone e sequestrate somme di denaro in contante per un totale di oltre 400.000 euro alle varie compagini criminali: 105.000 al gruppo facente capo al “Gigante”, il cittadino albanese residente a Bellinzago Novarese (NO), 120.000 in contanti sequestrati al “Mulo”, il trafficante operante da Turbigo, 60.000 euro al “Professore”  46enne di Gorla Maggiore (VA) ed altri 105.000 euro sequestrati, a più riprese, al gruppo facente capo a “Kojak”, il 33enne legnanese, di cui 30.000 euro circa sequestrati la notte in cui è stato eseguito l’arresto, trovati in una cassaforte in casa.

Nella prosecuzione dell’indagine, l’attenzione dei Carabinieri si è concentrata sui patrimoni accumulati da questi soggetti, con gli esiti dei primi accertamenti bancari effettuati.

Venivano quindi individuate e perquisite tre cassette di sicurezza che il gruppo criminale di “Kojak” teneva presso due Istituti di Credito, uno a Legnano (MI) ed uno a Somma Lombardo (VA), tutte intestate al 57enne di Sassari, G.O. detto “d’Artagnan”, il padre di “Kojak”.

Proprio in una di queste venivano scoperti ulteriori 212.000 euro in contanti, 40 mazzette singole da 5.000 euro ed un’ultima da 12.000 euro.

Ogni singola mazzetta da 5.000 era sigillata in involucri di cellophane trasparente con segnato su ognuno il numero “5” mentre su quella da 12.000 c’era appunto il numero 12 ed una “R”. Già in passato il denaro sequestrato era conservato dagli arrestati con le medesime modalità.

I risparmi di una vita, ha eccepito “D’Artagnan” quando i Carabinieri hanno aperto la cassetta di sicurezza in cui erano nascosti i soldi. (comunicato ricevuto)

 

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