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Legnano, impianto di biogas di via Novara: le Consulte Oltrestazione e Oltresempione vogliono vederci chiaro

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LEGNANO – Chiedono di capire a fondo il progetto. Ma soprattutto di essere adeguatamente coinvolte nella discussione che lo riguarda. Perché un impianto come quello Forsu progettato su un’area di circa 12 mila metri quadrati accanto alla piattaforma ecologica di via Novara non è certo un invitato di secondo piano. Le consulte di Oltrestazione e Oltresempione presiedute, rispettivamente, da Leonardo Viani e Stefano Gobbi, certamente coglieranno la palla al balzo per esprimere, attraverso i loro referenti, una valutazione nei due incontri illustrativi fissati da Amga e amministrazione comunale per il 19 e 26 settembre nelle due circoscrizioni. Ma, al contempo, evidenziano sin da ora qualche perplessità per il mancato accoglimento di alcune loro istanze.

 

Il loro concetto è chiaro: se un impianto che trasformerà i rifiuti solidi urbani in biogas e fertilizzanti viene sul nostro territorio, vogliamo vederci chiaro e valutare che impatto avrà. Su questo i pareri discordano da quando il discorso prese avvio. Fino all’azione del “Comitato san Paolo” che ha presentato un ricorso su cui si dovrà pronunciare il Consiglio di Stato. “A quanto ci è dato constatare – osserva Leonardo Viani, presidente della Consulta 1 Oltrestazione – si rischia di avere incontri ingessati con le relazioni degli intervenuti di amministrazione o Amga e le consulte a non poter interloquire efficacemente, avremmo voluto che gli incontri fossero impostati in modo diverso e più partecipativo”.  Viani precisa che la Consulta non ha ancora un parere netto sull’impianto ma, proprio per questo, sottolinea, è importante avere un dialogo serrato con i suoi promotori per valutare con maggiore cognizione di causa. E che gli incontri potessero essere organizzati con altro stampo è parere che emerge anche da parte di alcuni esponenti dell’Oltresempione. Viani si dice dubbioso anche sul discorso della destinazione del compost. E aggiunge: “occorre essere certi  – spiega- che tutto il compost prodotto possa poi effettivamente trovare chi lo prenda, il rischio è che si crei una certa quantità di compost in surplus e che quindi poi ci si ritrovi a dovere smaltire questo surplus”.  Insomma, tutto è rimandato ai due incontri.  A proposito dei quali Viani osserva in epilogo e sul metodo: “perché non si è deciso di coinvolgere anche la Consulta del Centro?”.

 

Cristiano Comelli                  

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