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Legnano, il calvario della Fondazione Sant’Erasmo: morto anche un infermiere di 50 anni

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO DA LEGNANO –  “Con costernazione e rammarico questa mattina ci è giunta notizia della scomparsa di un nostro dipendente. Infermiere, 50enne. Lavorava da 10 anni presso la nostra RSA, prima come collaboratore a partita Iva e poi come dipendente. Si chiamava Oualid Ayachi. Viveva da molti anni in Italia, a Novara. Lascia la moglie e 4 figli, tutti minorenni.

Era stato colpito dal virus e aveva lasciato il lavoro lo scorso 9 marzo. Negli ultimi giorni eravamo stati informati dell’aggravamento del suo stato di salute, ma nulla lasciava presagire che si potesse arrivare a questo esito. Tutta la Fondazione, i lavoratori, i colleghi si stringono a lui e alla sua famiglia in questo triste momento.

La Fondazione garantirà assistenza legale ai familiari del Collega per ogni adempimento necessario e conseguente alla prematura dipartita. Il Presidente Godano ha, inoltre, deciso di destinare alla famiglia una parte dei contributi che verranno raccolti per la campagna “Aiuta il Sant’Erasmo” lanciata nei giorni scorsi.

 

Dalle informazioni in nostro possesso, risulta che Oualid è l’unico dei lavoratori in malattia che è stato ricoverato in terapia intensiva. Altri sono stati ricoverati a seguito del tampone effettuato in ospedale e poi dimessi.

Alla data odierna la metà dei 31 assenti per malattia (16 per la precisione) non ha effettuato il tampone. Dei 15 che invece sono stati sottoposti al test: 8 hanno avuto esito positivo (fra cui anche il lavoratore deceduto oggi) e 7 hanno avuto esito negativo. Nei prossimi giorni l’ATS ha garantito che sottoporrà a tampone anche il restante personale”.

 

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