― pubblicità ―

Dall'archivio:

Legnano, elezioni: la Toia stacca tutti ma è costretta al ballottaggio

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

LEGNANO-  L’esito si profilava già in mattinata. E puntualmente si è confermato: Carolina Toia contro Lorenzo Radice. I legnanesi non hanno ancora deciso con il loro voto chi due chiamare effettivamente in futuro “signor sindaco”. Ma è certo che sarà comunque uno dei due. Perchè sono proprio loro, dei sette candidati in gara, a essere stati portati dal responso elettorale al ballottaggio previsto per il 4 e 5 ottobre. Candidata del centro destra tradizionale ovvero di Lega Salvini, Forza Italia, Fratelli d’Italia con l’aggiunta della lista personale “Toia sindaco”, la Toia è stata accreditata di 11.615 voti pari a 41,35 per cento delle preferenze. Radice, candidato di bandiera di Pd, “Insieme per Legnano- Legnano Popolare” e “Rilegnano”, si è invece fermato circa dieci punti più in giù, a  8805 pari al 31,59 per cento. Molto lontani dal duo di testa gli altri cinque candidati, da quello di “Legnano Cambia” e “Movimento per i cittadini” Franco Brumana che ha ottenuto 3338 preferenze ovvero l’ 11,88 per cento a Franco Colombo, esponente di punta di una lista civica di centrodestra fermo a quota 1659(5,91). Simone Rigamonti del “Movimento  Cinquestelle” si è assestato su 1209 voti pari al  4,30 per cento, Alessandro Rogora di “Verdi Europa” su 944 (3,36) e Lucia Bertolini della “Sinistra” su 450 pari all’1,60 per cento.
Insomma, non paiono esservi stati dubbi sull’operazione di scrematura compiuta dall’elettorato legnanese nel segreto dell’urna. Come era forse  lecito attendersi, ai primi tre posti si sono insediati i candidati espressione di più di una lista mentre i monolista sono rimasti nelle retrovie. E dunque i legnanesi si prenderanno ancora un paio di settimane per riordinare le idee e decidere chi, tra Toia e Radice, dovrà prendere per mano la città e condurla nel prossimo quinquennio.  Vero è che la forbice tra i due candidati è di circa dieci punti. Ma i ballottaggi, non è segreto per nessuno, danno spesso luogo a rimescolamenti di carte. Tutto dipenderà anche dagli orientamenti di voto dati dai candidati rimasti fuori dalla corsa al primo giro. Astensionismo oppure precisa indicazione  di convogliamento verso una delle due liste? Senza contare poi la schiera di coloro che, magari indecisi nel turno inaugurale, addivengono a un ripensamento e decidono di esprimersi per l’una o per l’altra parte. Le varie assemblee pubbliche indette come momento di confronto durante il periodo della campagna elettorale hanno permesso a qualcuno di scoprire le carte e di constatare affinità programmatiche con altre liste pur concorrenti. Basterà questo?  Sia come sia, un dato è certo: Legnano anela a ripartire di slancio e a lasciarsi alle spalle la bufera amministrativa con risvolti giudiziari che ha visto coinvolti l’ex sindaco Giambattista Fratus e il suo vice Maurizio Cozzi. Con chi lo vorrà fare, lo si saprà all’inizio del prossimo mese. 
Cristiano Comelli  

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi