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Legnano, case Aler di Mazzafame: un’emergenza che non può più attendere

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LEGNANO – Il nuovo sindaco non si conosce ancora. Ma, chiunque sarà, a lui formulano già una richiesta precisa: prendere di petto i problemi riguardanti le case Aler. Problemi che gli esponenti del laboratorio di quartiere di  Mazzafame a Legnano, al futuro primo cittadino di palazzo Malinverni, indicano con nomi e cognomi prendendo spunto da una criticità recente: “ancora una volta- spiegano in una lettera- riceviamo una segnalazione di residenti disperati delle case Aler a Mazzafame .
Questa volta sono i lucernari che non si riescono più a chiudere , piccioni che si infiltrano e creano problemi di pulizia e igiene fin sulle scale, Aler, che sollecitata da mesi non risponde, cittadini per lo più anziani lasciati soli ancora una volta”. E rincarano la dose, stavolta rivolgendosi al mondo della politica: “a che servono le tante passerelle nel quartiere di politici locali e regionali ogni volta solo prima delle elezioni?” – si chiedono. “Tante parole, promesse mirabolanti prima del voto, poi tutto rimane come prima”. Il laboratorio  di quartiere auspica però che stavolta il finale del copione sia di segno diverso. E poi si rifocalizza sulla situazione a suo dire meritevole di non essere sottovalutata di Aler e delle case legnanesi: “sappiamo da chi e come è gestita Aler Lombardia- proseguono – ne conosciamo tutte le opacità e i fallimenti pagati dai cittadini, i cantieri abbandonati in via delle Rose e via Porta ne sono un degno monumento, basta, il prossimo sindaco dovrà dimostrare di essere capace di prendere di petto la situazione, di assumersi le responsabilità per mettere davvero alle strette Aler”. Due gli scenari che il laboratorio prefigura: o un cambio di passo di Aler sul piano della gestione delle problematiche in campo, o la cessione delle case al comune “affinchè – concludono –  possa intervenire in prima persona a sanare i danni provocati dal disinteresse e dall’inefficienza di un’istituzione che ha ormai perso ogni riferimento ai valori di solidarietà e giustizia sociale che l’hanno fatta nascere più di un secolo fa”. Toni forti di chi vuole vedere la parola fine a una serie di disfunzioni che va evidenziando da tempo.
Cristiano Comelli 

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