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Dall'archivio:

Le nostre scuse alla rete “Convochiamoci per la Pace” (ma noi sull’argomento non cambiamo idea)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO –   Stamani, abbiamo prontamente pubblicato l’appello della “Rete Convochiamoci per la Pace” ai candidati sindaci circa la gestione della questione migranti nel territorio di Magenta.

Abbiamo altresì pubblicato il nostro punto di vista sull’argomento rispetto al quale ci è giunta la richiesta di rettifica da parte della Rete Convochiamoci per la Pace.

Lo facciamo volentieri, perché non era nostra intenzione distorcere l’informazione o darla in modo parziale. Abbiamo definito peraltro meritorio il loro lavoro e impegno sul territorio del Magentino.

Ciò detto sulla questione stranieri, restiamo ancorché legittimamente, della nostra opinione. Spiace, onestamente, quando al diritto di critica, si contrappone subito la minaccia di azioni legali. In ogni caso, speriamo di aver chiuso così l’episodio, rinnovando le nostre più sincere scuse e il nostro in bocca al lupo alla ‘causa’ della Rete Convochiamoci per la Pace.

 

Qui sotto per completezza d’informazione pubblichiamo quanto inviatoci:

“La nostra proposta di “promuovere l’incontro tra domanda e offerta per quanto riguarda la ricerca dell’abitazione e del lavoro anche attraverso le associazioni di categoria (servizio da offrire ad italiani e stranieri)” era ovviamente riferita alle persone straniere presenti in Magenta e in condizione di poter svolgere un lavoro a termini di legge (dunque i migranti e coloro che hanno visto riconosciuto lo stato di rifugiato e non certo i richiedenti asilo, quali quelli ospitati al CAS di via Casati). Confondere i termini della questione ai lettori, crediamo, non è fare un buon servizio giornalistico l’articolo non tiene conto in alcun modo della parentesi riportata nella nostra lettera (“servizio da offrire ad italiani e stranieri”, si veda sopra)  ed anzi contrappone le misure da adottare per gli stranieri a quelle da adottare per gli italiani. Anche questo, crediamo, non è corretto”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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