Con l’arrivo dei mesi freddi, la riapertura delle scuole e l’incremento dei casi, la minaccia Covid-19 è tutt’altro che superata. In era Covid-19 tutto il mondo della ricerca si sta fortemente impegnando nello sviluppo di farmaci sperimentali per cercare di contrastare questo virus.
Sebbene queste armi rappresenteranno le soluzioni che probabilmente ci faranno vincere la guerra, ad oggi non sono ancora disponibili e questo ha fatto si che alcune molecole bio-attive, già conosciute, siano ritornate in auge per essere utilizzate come importanti alleati nelle battaglie contro il covid.
Queste molecole appartengono alla classe dei nutraceutici, ovvero, “componenti alimentari o principi attivi presenti negli alimenti che hanno effetti positivi per il benessere e la salute, ivi inclusi la prevenzione e il trattamento delle malattie”.
Due delle molecole, degne di nota, che hanno rubato la scena sono la lattoferrina e la quercetina.
La lattoferrina è una glicoproteina presente nel colostro, il primo latte materno di colore giallo e consistenza densa, le cui proprietà si sono iniziate a scoprire già dagli anni 90.
Il suo ruolo immunomodulante è legato alla sue capacità anti-fungine e anti-batteriche, in quanto essendo responsabile del trasporto del ferro, è in grado di sottrarre questo importante nutriente ai patogeni che in caso contrario lo sfrutterebbero per il proprio accrescimento.
La lattoferrina possiede proprietà eubiotiche, ovvero facilita la crescita di specie batteriche intestinali buone,
stimola i nostri tessuti linfoidi intestinali a produrre molecole anti-infiammatorie e regola la permeabilità delle tight junctions, ovvero delle giunzioni tra cellule, fortificando la nostra barriera intestinale.
Recentemente, come riporta il giornale dei Biologi di Luglio-Agosto, è stata utilizzata nello studio italiano dell’aprile 2020 dalla Prof.ssa Elena Campione e dal Prof Luca Bianchi dell’UOSD di Dermatologia del Policlinico Tor Vergata, dove è stato elaborato un protocollo d’uso della lattoferrina in liposomi come possibile terapia per trattare i pazienti affetti da Covid-19.
Lo studio è partito dell’osservazione che potesse esserci una relazione tra una sorta di immunità data dall’assunzione di latte materno in quanto i lattanti non venivano colpiti dall’infezione Covid-19 in forma grave.La lattoferrina, appunto proteina del colostro, possiede anche un’azione anti-virale, essendo in grado di inibire l’ingresso di numerosi virus, fra i quali il Covid-19, nella cellula, legandosi ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica (HSPG) e contribuendo a impedire l’insorgenza di processi infettivi.
Lo studio dimostra come non solo l’azione della lattoferrina sia utile sul paziente malato riducendo i tempi di eliminazione del virus nei soggetti, ma, vista l’efficacia, anche come prevenzione dalla aggressione di SARS-CoV-2 anticipando di fatto i vari vaccini ancora in studio.
Ovviamente come sottolineato dalla Prof.ssa Elena Campione, questo nutraceutico rappresenta un’ arma che non può sostituire il futuro vaccino, ma essere sinergica ad esso.
Ulteriori studi sono in corso e i risultati sembrano incoraggianti, non ci resta che aspettare e vedere l’evolversi della situazione.
Tra le altre molecole promettenti, a settembre c’è stato il boom della quercetina, che fa parte dei flavonoidi naturali, ovvero dei composti fenolici che possiedono proprietà anti-ossidanti, anti-infiammatorie, anti-cancerogene e anti-virali.
I flavonoidi sono presenti in natura in piante e frutti e se ne conoscono più di 6.000.
La quercetina è presente in alcune specie vegetali come calendula, camomilla e tè verde e anche in vari alimenti, come la cipolla rossa, il radicchio, i capperi e il pomodoro, ma anche nel vino rosso.La quercetina è stata al centro dell’attenzione dopo il comunicato stampa del 3/09/2020 del CNR:
“Uno studio internazionale a cui partecipa l’Istituto di nanotecnologia del CNR ha scoperto che la quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del Covid-19, mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Lo studio è di Bruno Rizzuti pubblicato sull’International journal of biological macromolecules”
In questo caso però, rispetto alla lattoferina la cui attività viene mantenuta anche in ambienti acidi e resiste agli enzimi proteolitici raggiungendo l’intestino senza essere denaturata, non ci sono dati o prove scientifiche che dimostrino che la quercetina arrivi al bersaglio, sia efficace e tantomeno che curi o protegga dal SARS-CoV-19.
Tanto che la Food and Drug Administration (FDA), l’ente che regola alimenti e farmaci negli Stati Uniti, ha dovuto richiamare alcuni produttori, che avevano mal-etichettato o promosso prodotti a base di quercetina come inibitori del virus.
La notizia però ha portato a un vero e proprio boom dei consumi degli alimenti che contengono quercetina, nella speranza di una possibile prevenzione o cura del Covid-19 del tutto infondata.
Possiamo dire almeno, che ha fatto bene all’economia dei venditori! Cito il caso del “Cappero delle isole Eolie Dop”, dove i produttori esultano per la vicenda.
Nello studio del CNR, la quercetina, al simulatore si lega esattamente alla proteina 3CLpro, bloccando l’attività enzimatica di SARS-CoV-2, però come detto precedentemente non sono stati ancora fatti studi sulla farmacocinetica e farmacodinamica.
L’importanza di questo studio sta nel fatto che permetterà a partire dalla quercetina di generare altre molecole di sintesi con bersaglio farmacologico la 3CLpro, fortemente conservata in tutti i tipi di coronavirus, come base di futuri vaccini.
Come detto prima non ci resta che aspettare e vedere l’evolversi della situazione.
Se vi interessano questi o altri argomenti, scrivetemi pure a ff.nutrizionista@gmail.com e nei prossimi articoli o in studio ve ne parlerò.
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Dr. Fabio Ferrario
Biotecnologo e Biologo Nutrizionista
Specializzato in scienze della Nutrizione Umana
Albo dei Biologi, sezione A, n° iscrizione AA_081672