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Dall'archivio:

Le cimici ‘aliene’ venute dall’Oriente, di Anna Schiorlin

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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ECCO LA NUOVA PUNTATA DELLA RUBRICA SU AGRICOLTURA,  NATURA E AFFINI, A CURA DELLA NOSTRA ANNA SCHIORLIN

“Chi di voi, in queste ultime settimane, non si è ancora imbattuto in un incontro ravvicinato con una cimice alzi la mano. Con l’arrivo dei primi freddi autunnali, questi insetti, tutt’altro che graditi, si “autoinvitano” a casa nostra nascondendosi tra i panni della biancheria o gironzolando vicino ai lampadari in cerca di un rifugio bello caldo. Ma negli ultimi tempi non sono più le cimici verdi a farci visita ma bensì quelle dall’aspetto grigiastro e marroncino: sono le cimici asiatiche arrivate per la prima volta in Italia ( più precisamente in Emilia) cinque anni fa.

Tali insetti non sono gli unici che provengono dal continente asiatico. Tra questi ricordiamo il Tarlo asiatico (Anoplophora chinensis) arrivato in Lombardia nel 2000 e la Popillia japonica avvistata per la prima volta nel territorio del Parco del Ticino nell’estate di tre anni fa.
Si tratta di insetti dannosi che attaccano tantissime specie di piante : alberi da frutto ( in Piemonte e Lombardia le cimici asiatiche stanno compromettendo intere piantagioni di peri e meli), piante ornamentali ( sono state rinvenute larve di Tarlo asiatico persino nelle radici delle rose) e altre coltivazioni (la Popillia crea gravi disagi agli agricoltori attaccando mais e coltivazioni foraggere) .

Anoplophora c. e Popillia j. sono addirittura inclusi nella lista nera dell’EPPO, l’organizzazione europea per la protezione delle piante e ciò significa che la difesa da questi parassiti è regolamentata da decreti legislativi obbligatori specifici. E’ banale e scontato dire che gli scambi commerciali così come gli spostamenti delle persone siano le cause principali della diffusione di tali infestanti i quali, non trovando, nel nostro Paese i propri nemici naturali, proliferano indisturbati.

Cosa possiamo difenderci? Non c’è molto da fare ! La miglior cura è la prevenzione!

 

Anna Schiorlin

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