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‘++L’assoluzione del sindaco di Lodi, le lacrime di coccodrillo del Pd e la triste memoria della gogna grillina

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MILANO LODI  “L’assoluzione di Simone Uggetti è una bellissima notizia. Speriamo che la sua innocenza abbia la stessa eco mediatica delle “puntate precedenti”, non per risarcire ma per ripristinare la verità di una persona onesta e di un amministratore locale che ha sempre agito nell’interesse pubblico. La comunità del Pd è vicina a Simone e alla sua famiglia, che hanno sopportato molto in questi anni, attendendo la conclusione della vicenda senza perdere la fiducia nella giustizia. Rimane il grande dispiacere per un’esperienza politica, quella di Simone e della sua giunta, conclusa in modo drammatico”. Lo dichiara il segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo alla notizia dell’assoluzione in appello, “perché il fatto non sussiste”, dell’ex sindaco PD di Lodi Simone Uggetti.

 “Il ridicolo voto dei Cinque Stelle per l’autorizzazione a procedere di un nostro deputato per un tweet, il loro silenzio vergognoso (per tacere delle sconsiderate dichiarazioni di qualcuno) sul proscioglimento dell’ex sindaco di Lodi, all’epoca messo alla gogna. Male, anzi peggio”. Così su Twitter ribatte il deputato del Pd Filippo Sensi.
Ci sono ricacasati un’altra volta, i politici che scoprono a scoppio drammaticamente ritardato i guasti senza fine del giustizialismo manettaro.
E così, a corredo dell’assoluzione del sindaco di Lodi in appello dopo la condanna in primo grado per una vicenda ammnistrativa quand’era primo cittadino, il Partito Democratico e larga parte di esso si scopre garantista. Eppure non abbiamo sentito alcun mea culpa sul recente passato giustizialista di molti, troppi esponenti dei Dem. Non abbiamo sentito una vigorosa, sincera e sofferta autocritica per l’atteggiamento tenuto nei confronti di Filippo Penati, morto di cancro dopo che il suo partito decise di espellerlo e di costituirsi parte civile prima di ogni sentenza seppure di primo grado.
Alla fine Penati fu assolto, ma le sofferenze e le tristezze patite sono state troppe, come da lui drammaticamente denunciato dopo la sentenza di proscioglimento. Tombale o quasi, all’epoca, il silenzio dei suoi compagni di partito.
Così come carico di vergogna (politica) è in questi giorni il silenzio dei diversi esponenti politici del Movimento 5 Stelle, alleato del Partito Democratico (quindi anche di Lorenzo Uggetti..), che a ridosso dell’arresto cautelare dell’ex sindaco soffiarono forte sulle braci del giustizialismo. Il già viceministro Laura Castelli, l’ex ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli da Crema, che ci fece persino un video davanti al palazzo di Giustizia e come sottolineato da Luciano Capone, acuta penna garantista del Foglio, parlò di una confessione che non ci fu mai (Uggetti, a ridosso dell’assoluzione, disse esattamente il contrario, spiegando come avesse negato qualsiasi malversazione già durante gli interrogatori dell’epoca).
Il canovaccio è sempre lo stesso. Il fragore dell’assoluzione è sempre molto inferiore a quello della notizia d’arresto. ll Partito Democratico e la sinistra italiana, che vengono da una lunga stagione giustizialista, dovrebbero fare quell’esame di coscienza garantista che manca da tanti, tropppi anni. Quanto al Movimento 5 Stelle, francamente abbiamo perso ogni residua speranza di redenzione dal cieco furore giustizialista che ne ha guidato l’azione e le parole in tutti questi anni.
Fab. Pro.

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