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L’amara verità di Camillo Langone: ‘Luigi Amicone portò il sacro nel profano Meeting’

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Era un padre di sei figli, era un ciellino di quando esisteva CL, era un intellettuale che diceva quello che pensava, insomma era un uomo eccezionale. Portò il sacro nel profano Meeting di Rimini raccogliendovi firme contro la legge sull’omofobia. Su “Tempi” di cui era il fondatore scriveva cose liberissime, sul “Sabato” non ricordo ma immagino anche lì, scrisse cose liberissime pure in un libro che gli feci fare per Vallecchi (“Le avventure di un padre di famiglia”). Lodò Campo Imperatore così: “Ho un debole per questo selvaggio west non ancora violato dall’ecologismo selvaggio”. Siccome oltre che antiomosessualista era antiambientalista e un po’ abruzzese (origini a Loreto Aprutino). Sessantacinque anni senza un minuto di non passione. Non era ancora stufo, credeva si potesse ancora fare qualcosa, alle ultime elezioni si era ricandidato per il consiglio comunale di Milano, naturalmente col centro-destra, e nell’ultimo video postato su Facebook la prima priorità sono i bambini: “Bambini, bambini, bambini. Bisogna fare asili nido, sostenere le mamme che hanno bambini, in ogni modo”. I milanesi sterili non l’hanno votato. Luigi Amicone era un entusiasta etimologico: Dio era in lui. Ora lui è con Dio, eletto da Dio.

Camillo Langone

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