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Dall'archivio:

L’alfabeto della Psiche….N come narcisismo

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Quando parliamo di narcisismo dobbiamo puntualizzare che ne esistono molte diverse manifestazioni: dalle varianti “più sane”, proposte da Kohut, alle versioni “maligne” di narcisismo, messe a fuoco da Kernberg. Quest’ultimo studioso ha infatti individuato le manifestazioni “tossiche”: può palesarsi una sorta di narcisismo misto ad aggressività sadica, caratterizzato da una confusione dell’identità, accompagnata da comportamenti distruttivi. Secondo Kernberg i narcisisti maligni presentano una forte spinta aggressiva congenita, ed una mancanza di tolleranza dell’angoscia suscitata dagli stessi impulsi aggressivi.

A monte ci si può chiedere a questo punto: che cosa intendiamo per narcisismo?

In breve si tratta di un funzionamento di personalità molto focalizzato sul preservare la propria autostima. Rispetto alle sue origini è opportuno sottolineare che il narcisismo è stato associato al tipo di bambino che sembra percepire in modo “quasi soprannaturale” gli affetti, gli atteggiamenti e le aspettative non dichiarate degli altri.

È considerato probabile che queste persone siano state trattate fin dalla più tenera età dai genitori come “estensioni narcisistiche”, facciamo un esempio in merito: in alcune famiglie in cui vi è un figlio con brillanti qualità, costui viene inconsciamente utilizzato dai genitori per mantenere la propria autostima, ostentando la prole come una sorta di “oggetto”.

I genitori possono quindi manifestare i propri bisogni narcisistici nei confronti di un discendente, e contribuire a creare le condizioni per l’instaurarsi dell’incapacità di quest’ultimo nel distinguere tra i propri veri sentimenti, i bisogni reali e gli sforzi per compiacere a tutti i costi gli altri (da qui può derivare anche una certa confusione di identità per l’oscillazione tra ciò che si deve mostrare al prossimo e ciò che si sente davvero).

Il messaggio ambiguo di esser apprezzati solo nel ruolo particolare che si svolge fa sì che il figlio creda che se vengono scoperti i suoi sentimenti reali verrà rifiutato e umiliato.

La persona che sviluppa questo tipo di dinamica apprende quindi a venir trattato più come un oggetto che come una persona: più la dinamica è violenta più le conseguenze sono potenzialmente gravi, portando parallelamente di fondo ad una confusione riguardo alla propria identità e a sviluppare aggressività.

Quando questa dinamica sfocia nel narcisismo maligno?

Tale tipologia, come anticipato, presenta spesso un’aggressività fuori dal comune e queste persone pongono un particolare accento sull’invidia come emozione principale. Ciò può essere alla base dell’atteggiamento giudicante e svilente verso il prossimo.

Ci sono anche versioni più “sane” di narcisismo?

Heinz Kohut presenta una prospettiva diversa riguardo questo concetto, parlando di “narcisismo sano”, perché riteneva, partendo da una prospettiva diversa, invece che il narcisismo fosse una dimensione insita in ogni individuo: secondo questo studioso, bisognerebbe pensare che esiste naturalmente in ogni uomo una propensione che porta all’amore verso il prossimo e le cose, ed una rivolta verso di sé: il narcisismo sano viene quindi concettualizzato come tendenza alla realizzazione di sé (autorealizzazione), e motivazione al successo: per Kohut infatti la concentrazione sul sé non è altro che uno dei due possibili modi di amare. Centrale nel percorso verso la salute è dunque per questo studioso la tendenza all’autorealizzazione: questa è la versione “sana” di narcisismo, che non ha che fare con il narcisismo tossico, caratterizzato  da aggressività, invidia e altre manifestazioni malsane.

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