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La vendetta dei servi. In difesa di Tino Viglio, di Emanuele Torreggiani

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Magenta. Caduto il dominus territoriale Mario Mantovani, la sua gens si trova allo scoperto e viene così braccata dai sicari dei nuovi cacicchi. E così, nel cuore connivente della notte, è stato deliberato, con il men che esiguo linguaggio legnoso degno di un vento alla Vishinskij, che “il signor Tino Viglio” è sollevato dall’incarico di vicecommissario del partito, Forza Italia, e pertanto non ha più titolo per partecipare alle sedute della maggioranza di governo della città.

Noi, lo diciamo subito ma si sarà compreso sin dall’attacco, siamo partigiani. Lo siamo per bastian contrarismo?, no. Lo siamo perché, a differenza dei servi, noi siamo intelligenti quindi riconosciamo l’intelligenza. Noi abbiamo talento quindi riconosciamo il talento; noi siamo signori quindi riconosciamo la signorilità. Noi, che ci occupiamo di politica, per pura passione e per mestiere, riconosciamo la politica. Noi, il “signor” Tino Viglio lo abbiamo sempre chiamato, e continueremo, Ingegnere, e siamo onorati che al nostro Lei, l’Inge ci risponda con il tu: tenerezza affettuosa pur nella ferma serenità delle opinioni. I servi vedono solo la biada che gli passa il cacicco di turno. Oggi essi sono merce di consumo, nella brevità di un oggi collimante con le fortune dei loro cacicchi ancorati, quali zecche sottopelle, al corpo magno dell’ottuagenario mister B. Quindi, per appartenenza cieca, il cancro della politica, sia cittadina che nazionale, viene deposta la testa del partito magentino e della maggioranza, più della maggioranza che del partito, comunque coincidenti ora nell’effimero, per lasciarne il corpo al guasto. Ottimo. Avanti così. Servi.

L’Inge Tino Viglio rappresenta quella classe dirigente di lungo corso, forgiatasi all’indomani della guerra, capace, con la tenacia della mediazione, di fare sintesi concretizzando e quindi risolvendo la problematica presente. Se vi pare cosa da poco, avanti. Da parte nostra faremo del meglio per interpretare il vostro raglio.

Emanuele Torreggiani

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