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Dall'archivio:

La telefonata del Duca dalla cabina con Alfredo Rapetti in arte Cheope. A cura di Massimo Moletti

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L’ospite molto speciale nella consueta telefonata dalla cabina del nostro Duca è Alfredo Rapetti, figlio del grande Mogol, in arte Cheope.  Nato a Milano, l’8 Ottobre del 1961, è un affermato paroliere oltre che pittore.

Qui di seguito alcune note che ripercorrono la sua vita:

È nipote e figlio d’arte: il nonno fu Mariano Rapetti, in arte Calibi, paroliere che scrisse canzoni come Vecchio scarpone e Le colline sono in fiore, mentre il padre è Giulio Rapetti, in arte Mogol, anche lui autore di testi per canzoni e divenuto celebre grazie al sodalizio artistico con Lucio Battisti; la madre Serenella De Pedrini è una disegnatrice di moda. Lo pseudonimo Cheope è utilizzato per non essere associato al padre, che a sua volta aveva scelto lo pseudonimo Mogol per non essere associato al padre Mariano. Cheope deriva dal faraone per la cui sepoltura fu costruita la piramide di Cheope.[1]

 

I genitori di Cheope, Mogol e Serenella, nel 1961

Nel 1983 è diventato paroliere con la canzone Il chitarrista, cantata da Ivan Graziani. Dopo aver lavorato con i fratelli Gianni e Marcella Bella, ha firmato numerose canzoni di Raf (Il battito animale, Due e Stai con me). Nel 1994 inizia la collaborazione con Laura Pausini, per la quale ha scritto Strani amori (classificatasi al terzo posto al Festival di Sanremo 1994), Incancellabile e E ritorno da te. Sempre per e con la cantante romagnola ha scritto più di 50 canzoni tra le quali Come se non fosse stato mai amore, In assenza di te, Ascolta il tuo cuore e Un fatto ovvio. Ha lavorato tra gli altri anche con Adriano CelentanoMinaMarcella BellaMangoLoretta GoggiDennis FantinaNekIl DivoCarlos SantanaThe CorrsGilberto GilRonMarco CartaJosh GrobanElisaArisa.

A partire dal 1991 si è dedicato anche alla musica per bambini, scrivendo il testo di 9 canzoni partecipanti allo Zecchino d’Oro (Il più grande motore, 1991; La cicala, 1992; Mami papi, 1993; Bianco con il giallo, Giochiamo alle cose, 1994; All’arrembaggio del formaggio 1995; Su e giù, 2000; Se ci credi anche tu, 2002; In bici in città, 2005).

 

È docente alla Fondazione Industria Milano-New York ed al CET (Centro Europeo di Toscolano). Insegna al master in music business dell’Università LUISS di Roma.[2]

Oltre ad essere paroliere, è un affermato pittore. Numerose sono state le mostre personali e collettive che lo hanno visto protagonista. Il suo curriculum annovera mostre personali alla Fondazione KMG di Berlino; alla Fondazione Ideazione di Roma; a Villa Olmo di Como; all’Albergo delle Povere di Palermo; alla Certosa di San Lorenzo di Padula; alla Galleria Maretti di Montecarlo e alla Ca’ D’oro di Roma. Fra le collettive si ricordano: Grand Palais di Parigi; MAR’S di MoscaPalazzo Strozzi a Firenze; Museo per l’Arte Straniera di Riga; Salone D’Autunno a Parigi; Museo Permanente di Milano; Biennale di Venezia 2007; Biennale di Venezia 2001.

È autore, insieme a Giuseppe Anastasi, del libro Scrivere una canzone, edito dall’editore Zanichelli nell’ottobre del 2012.

È poi autore di alcune sigle televisive, fra le quali Solletico, sigla dell’omonima trasmissione andata in onda su Rai 1, scritta con Claudio Guidetti ed interpretata dal Coro dei Piccoli Cantori di Milano.

ASCOLTA E SCARICA QUI L’AUDIO INTERVISTA: 
 

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