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“La situazione dei femminicidi è esplosiva”

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MILANO – “E’ una situazione altamente esplosiva, la violenza c’è ed è moltissima. La situazione è peggiorata, i casi con le convivenze 24 ore su 24 a causa del coronavirus sono aumentati e fanno venire fuori rabbia, contraddizioni, motivazioni più disparate. Presto, in alcuni casi già non lo è, anche la questione economica diventerà sempre più un motivo di litigio tra le mura domestiche. La donna diventa spesso la valvola di sfogo”. Così Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, commenta all’Adnkronos l’ultimo femminicidio avvenuto nel Milanese: un 47enne imbraccia un fucile e spara alla testa della sua compagna, Alessandra Cità, uccidendola sul colpo la scorsa notte ad Albignano, un paesino alle porte Truccazzano.

“Mi spiace constatare che si tratti la violenza sulle donne sempre come un’emergenza e mai con un piano organico per offrire assistenza non solo alle vittime dirette ma anche ai figli che senza la scuola e la possibilità di uscire sono costretti ad assistere a tutto quello che avviene in casa. Eppure nell’ultima settimana qualcosa mi regala una ‘soddisfazione’, se così si può dire, qualcosa si stanno muovendo: sempre più persone fratelli, sorelle, vicini, parenti, le persone che sono a fianco alla vittima si stanno dando da fare e sono pronte a denunciare. Al Telefono Rosa sono un bel po’ gli uomini che ci chiamano per chiederci aiuto e questo vuol dire che la società ha recepito che esiste la violenza tra le mura domestiche”.

Sul piano pratico resta ancora tanto da fare. “Venerdì scorso c’è stato un incontro con il governo. Al tavolo alcune delle associazioni più rappresentative come la nostra hanno discusso con i ministri Bonetti e Bonafede, la prima ha annunciato 3 milioni di euro per le case rifugio e centri antiviolenza, mentre con il Guardasigilli si è parlato del codice rosso. Mi aspettavo, però, anche un accenno sul dopo: è un errore lavorare sull’emergenza e mai sulla programmazione”, conclude la presidente di Telefono Rosa.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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