MILANO “Data l’alta trasmissibilita’ della ormai prevalente Omicron, si stima che quasi un italiano su due si sia infettato con tale variante, mentre tra gli infetti si stima che 8 su 10 siano da variante Omicron”.
Lo afferma all’ANSA Clelia Di Serio, Ordinario di Statistica Medica all’Universita’ Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche CUSSB, sottolineando come “la quantita’ di persone che hanno subito l’infezione ha quindi una prevalenza molto alta e ci aspettiamo una prevalenza reale circa al 40%”.
La variante Omicron, spiega l’esperta, “risulta avere una minore letalita’ in generale, e rischio di ospedalizzazione molto ridotto soprattutto per i vaccinati. La situazione e’ molto diversa dal gennaio scorso ed il fatto che la variante Delta abbia man mano ceduto spazio alla Omicron, alla fine si potrebbe rivelare positivo dal momento che Omicron e’ piu’ infettiva ma meno patogenica”.
Inoltre, rileva, “la sua diffusione ha portato in un certo senso ad un ‘beneficio’ in termini di rinforzo dell’immunita’ generale”. In questo contesto, “vediamo come nelle ultime settimane molte terze dosi siano state disdette perche’ molti si sono infettati”. Questo e’ dunque un quadro che “si sposta dal pandemico all’endemico, delineando un trend – spiega Di Serio – che ci induce ad un cauto ottimismo”.
In questa fase, “l’aspetto piu’ importante per capire l’effettiva situazione epidemiologica in Italia – conclude l’esperta – sarebbe la costituzione di un campione ‘statistico’ di sorveglianza da seguire nei prossimi sei mesi sia per monitorare la prevalenza che l’immunita’ nei vari strati della popolazione generale e non soltanto in quelli rilevati dal sistema sanitario”.