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La Regione: ‘Il termovalorizzatore di Busto NON è pericoloso per la salute dei cittadini’

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

MILANO –  Il Consiglio Regionale ha respinto ieri la mozione che sosteneva la necessita’ della chiusura del termovalorizzatore ‘Accam’ di Busto Arsizio (VA).

L’atto fa seguito all’incendio verificatosi nella notte tra il 13 e il 14 gennaio, che ha interessato la parte impiantistica e non le sezioni dell’impianto legate alla gestione dei rifiuti.

Nel suo intervento l’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo ha fatto presente come “ARPA abbia riferito che sono state analizzati, nei giorni del 13 e 14 gennaio 2020, i dati delle centraline della qualita’ dell’aria piu’ vicine all’area
dell’incendio, a Busto Arsizio e Arconate, e non si sono
osservate alterazioni significative dei valori”. “Dopo i controlli di ATS e Vigili del fuoco, effettuati anche nei gironi successivi – ha proseguito l’assessore – non si sono evidenziato rischi specifici per la popolazione e i lavoratori e nessuna
segnalazione e’ pervenuta dai medici e dai pediatri o dai pronto
soccorsi in ordine all’evento occorso”.

L’assessore Cattaneo ha proseguito: “Regione Lombardia non e’ titolata a imporre la dismissione di impianti o di linee gia’ autorizzate, scelta che e’ in capo ai singoli Gestori, in questo caso il consorzio ACCAM e quindi i Comuni soci. Ed e’ noto che i
soci di ACCAM hanno deliberato l’esercizio dell’attivita’ fino al 2027, data in cui scade l’autorizzazione ambientale e anche la previsione contenuta nel DPCM 10/08/2016. Quindi Regione Lombardia rispettera’ qualunque decisione i soci vorranno
assumere”.

“Bloccare oggi l’attivita’ di Accam – ha precisato Cattaneo – avrebbe conseguenze per i Comuni interessati. La prima l’aumento del 50% del costo di smaltimento dei rifiuti, che si scaricherebbe sui bilanci dei comuni o sui cittadini. Inoltre, i comuni dovrebbero accollarsi immediatamente i costi di bonifica (non meno di 4,6 milioni di euro). Infine, i comuni dovrebbero iscrivere nei propri bilanci la perdita legata al fallimento o alla liquidazione del Consorzio”.

“Per queste ragioni credo che oggi sia piu’ ragionevole sostenere
il costo per la riattivazione della turbina – ha detto ancora
l’assessore – e riprendere al piu’ presto l’attivita’ di una delle
due linee. Cio’ consentirebbe di fermare le perdite, visto che
oggi Accam sta pagando ogni giorno per smaltire altrove i
rifiuti. Con una sola linea attiva sara’ comunque possibile
continuare il conferimento dei rifiuti da parte dei comuni soci
del consorzio. La seconda linea ha bisogno invece di interventi
strutturali, come la sostituzione della caldaia ed eventualmente
anche della turbina con una piu’ efficiente per incrementare la
produzione di energia elettrica”.

“Non c’e’ alcun pericolo per la salute. L’indagine epidemiologica di ATS del 2016 – ha concluso Cattaneo –  esclude conseguenze per la salute e nel 2017 sono stati effettuati ulteriori interventi per migliorare gli impianti di abbattimento dei fumi riducendo ancora di piu’ le emissioni, che peraltro sono controllate 24 ore su 24 e rientrano al di sotto dei parametri previsti dalla legge”. 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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