La notizia dell’assoluzione di Asia Bibi da parte della Corte Suprema sta facendo il giro del mondo. La donna pakistana, di religione cattolica, era stata accusata di blasfemia, rinchiusa in carcere nel 2010 e quindi condannata a morte. Da allora sono trascorsi 3.420 giorni. Una testimonianza di fede enorme, capace di arrivare anche al martirio. Al giudice che le aveva proposto di ripudiare il Cristianesimo, Asia aveva risposto: “Grazie, credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui”. Un insegnamento a noi che siamo così distanti, spesso, dal coraggio della testimonianza, dall’appartenenza a quella fede che ha dato radici al nostro Paese e all’Europa. Vivere per qualcosa di grande rende forti di fronte a qualunque circostanza. Grazie, Asia.
Luca Del Gobbo
