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La Cisl: ‘Ospiti nelle Rsa lombarde, solo il 15% ha aperto le porte’

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MILANO  “Di fatto, tutto come prima”. Emilio Didonè, segretario generale dei Pensionati Cisl della Lombardia, sintetizza così quanto avvenuto in Regione Lombardia dopo l`Ordinanza ministeriale che autorizzava l`apertura delle RSA
alle visite dei parenti. “Dall`osservatorio privilegiato che è la sede FNP regionale – si legge in una nota – si può facilmente stimare nel 15/20% le strutture che hanno effettivamente aperto, ma di fatto sono più o meno le stesse che si erano attrezzate con stanze degli abbracci e gazebo”.
“Sondrio, Bergamo, Brescia ci rimandano situazioni ancora molto bloccate – prosegue la nota – Quasi tutti i territori stanno aspettando che Regione e ATS decidano cosa si debba fare e come lo si debba fare. A Pavia nessuna RSA ha aperto alle visite dei parenti, Mantova e Lecco si mantengono nelle percentuali che avevamo anche prima dell`ordinanza. Da alcune strutture in provincia di Milano ci arrivano regolamenti che di fatto impediscono il contatto tra ospite e parente e appesantiscono le famiglie addossando loro tutti i costi di gestione della visita, dal tampone ai certificati”.
Quindi, è il responso di Fnp Cisl regionale, chi faceva qualcosa prima continua a farlo, chi non apriva continua a non aprire in attesa di un protocollo di Regione Lombardia valido per tutte le Ats. “Di sicuro – conclude Didonè – c`è grande rammarico per il colpevole ritardo con cui il Ministero della Salute interviene, lasciando tra l`altro aperte ancora troppe questioni. Trovo, per esempio, alquanto originale l`obbligo di dichiarazione congiunta tra famiglia e ente gestore su eventuali responsabilità da condividere conseguenti alla visita in RSA. Siamo proprio un popolo di azzeccagarbugli: fatta la legge, trovato l`inganno”.

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