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John R. Miller – “Depreciated” (2021) by Trex Roads

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Torna la consueta rubrica musicale ‘Made in USA’ targata Claudio Trezzani
 

In passato vi avevo già parlato di eroi locali che in questi ultimi anni, tramite il passaparola, erano riusciti a diventare artisti amati in tutti gli Stati Uniti e grazie anche ai social arrivare anche alle orecchie al di qua dell’Oceano. Ecco John R. Miller è un esempio perfetto di come un vera star locale, possa grazie alla perseveranza, al talento e a questo mondo completamente connesso, essere sulla bocca e soprattutto sulle orecchie di appassionati senza avere alle spalle promozioni o etichette “mangia talenti” a spingerlo.

 


Miller viene dal West Virginia, terra di carbone, di dipendenze e dominata dagli Appalachi. Terra dura di minatori e sogni infranti ma anche terra di grandi artisti folk, di artisti che sono dei gioielli di casa che però faticano a trovare spazio fuori dalla loro terra, soprattutto in questi ultimi anni.
Troppi cercano di imitare gli indipendenti che ce l’hanno fatta, troppi scimiottano in maniera quasi ossessiva le musiche e soprattutto i testi di Tyler Childers, Chris Stapleton e Cody Jinks. Ecco il nostro non lo ha fatto, anzi ha nell’originalità del suo stile il punto di forza, ma ovviamente viene naturale accostarlo ai quali si è ispirato, ispirato state bene attenti non “copiato”. Le note sono quelle, ormai inventarsi qualcosa da zero è impossibile ma il talento e la passione permettono ad artisti come John R. Miller  di distinguersi fra mille artisti trascurabili.

La Rounder Records, nota etichetta che scopre talenti indipendenti e non li snatura mai, se n’è accorta e grazie alla produzione di Justin Francis e Adam Meisterhans, ci regalano un piccolo gioiello di country con sfumature blues folk, ora country classico ora honky tonk. Sinceramente uno dei dischi che più ho amato in questi ultimi mesi.

La musica fluisce quasi naturale, i testi che ci parlano di motori e pezzi di ricambio, di donne da amare e di cuori infranti, sono storie malinconiche e intense, mai banali. Il country è questo ma è il sound che si adatta ai testi, non il contrario. Sono poesie che Miller canta da sempre, però hanno un sound che stupisce per carattere, basta premere play e il basso e il giro di chitarra di Lookin’ Over My Shoulder invade i nostri speaker con un groove irresistibile. La voce calza alla perfezion, un narratore nato, di quelli che attorno ad un falò ascolteresti per ore, ma che assieme alla sua band The Engine Lights mettono a ferro e fuoco i live club degli Stati Uniti centrali. Il pezzo di chitarra con il tocco slide è pura arte, splendida apertura per un disco che non delude a nessun passaggio.

La chitarra è il segreto di fondo, Miller  è un eccellente picker ma le storie prendono la parte di protagoniste come nella ballata Faustina, una tipica ballata country che emoziona e riscalda l’anima. Un accenno di solarità ma un sole malinconico, prima di lasciare spazio alla polvere, al violino e al delicato mandolino di Shenandoah Shakedown. Intensa e bellissima. L’intreccio degli strumenti è talento vero, un suono che non annoia ma si fonde mirabilmente con le sue poesie.

Il sound di John R. Miller non è uno di quelli da ballare sulle piste texane, è una musica colta e intrisa da un’anima poetica. Il grande Tyler Childers che è un fan di Miller in più di un’occasione lo ha definito “un esperto di parole che ha viaggiato per mappare il mondo che ha visto, tre accordi alla volta”. Ecco è proprio così. Un cantastorie probabilmente d’altri tempi ma terribilmente attuale.


Old Dance Floor è country ma con un’anima rock, forse una delle meno cupe del lotto, c’è spazio anche per i cori e una bella svisata di chitarra elettrica con gli immancabili violini. Sembrerebbe un’atmosfera fuori posto in un disco così e invece no, è perfetta.
 

Come questo esordio discografico. Un disco che ho amato dalla prima all’ultima nota, dal primo arpeggio di chitarra all’ultimo suono di violino. Una voce intensa ed evocativa, forgiata sulle strade di mille avventure da cantante folk, un eroe che il West Virginia e il fiume Potomac sono orgogliosi di aver così influenzato, ne è passata di acqua sulle sponde del grande fiume da quando a 14 anni John R. Miller invece di fare sport, scelse di strimpellare su una chitarra acustica e questo Depreciated è il risultato di tutta quell’acqua. Un artista che vi consiglio assolutamente di scoprire, se amate la musica d’autore è il vostro uomo. Un po’ JJ Cale, un po’ Tyler Childers ma con un’anima di intrattenitore blues. Non vedo l’ora di ascoltare la prossima tappa della sua appena iniziata avventura musicale.

 

 

Buon ascolto,

Claudio Trezzani by Trex Roads  www.trexroads.altervista.org

(nel blog trovate la versione inglese di questo articolo a questo link : https://trexroads.altervista.org/depreciated-john-r-miller-2021-english/ )

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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