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Jade Marie Patek – “Song in my Head” (2023) by Trex Roads

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Quando scoprii questa ragazza circa 3 anni fa ne rimasi folgorato. Folgorato dalla voce potente e intensa, dal songwriting pieno di influenze diverse e dalla sua esplosiva presenza scenica (cercatevi dei suoi video e capirete di cosa parlo).

Decisi di parlare del suo esordio (trovate l’articolo qui: https://trexroads.altervista.org/fly-bird-jade-marie-patek-2018/ ) dopo aver ascoltato e riascoltato il singolo Dancing with the Devil che mi aveva ipnotizzato.
Avevo colto le sue influenze southern rock e blues in quel pezzo e infatti leggendo la sua bio sono proprio due grandi nomi del passato del rock e del southern che Jade Marie Patek cita: Allman Brothers Band e l’immensa Janis Joplin (io aggiungerei anche Tom Petty e la soul music di Muscle Shoals).
Il sentimento che ho provato ascoltando quell’esordio era proprio quello di aver trovato una gran-dissima cantante e poi leggendo della sua origine texana non mi sono stupito: laggiù il serbatoio dei giovani talenti non ha fondo.


Inoltre, nella famiglia di Jade la musica era di casa: il nonno Joe era stato uno dei capostipiti della musica polka texana.
Nel mio piccolo ho voluto fare un piccolo tributo a Jade Marie Patek: nel mio terzo libro, in scrittura in questi momento, ho immaginato i miei protagonisti assistere ad un suo concerto nel locale Billy’s Ice di New Braunfels, Texas e rimanere ammaliati proprio dal singolo che mi ha spinto a conoscerla.
Torniamo a Jade Marie Patek: dopo l’EP del 2018 di cui vi ho parlato ha cominciato un’intensa at-tività live che è proseguita in streaming anche durante il periodo buio del 2020.
Sono usciti ben 7 singoli (fra cui delle cover davvero stupende) e il suo nome ha cominciato a cir-colare insistentemente nel circuito della musica indipendente texana e non solo.
L’esperienza accumulata e il suo innato (e grandissimo) talento di cantante e songwriter l’hanno portata al suo vero e proprio esordio in questo 2023: Song in my Head.
Sono 10 pezzi di una sincerità lirica, varietà di suoni e potenza vocale da lasciare davvero stupiti. Qualcuno che si approcciasse a Jade con questo disco per la prima volta, potrebbe innamorarsi subito di questa artista e non lasciarla più. Vi ho avvisati.
C’è spazio per tantissimi generi della musica del Sud, tutti caratterizzati dalla qualità e da un suono personale e riconoscibile.
Basta iniziare ad ascoltare questo disco e si capisce subito che la Patek non è una cantante qual-siasi: Hey Darlin con la chitarra slide, quel sapore forte di musica southern prende subito la scena e poi quella voce così potente non lascia mai indifferenti.
E cosa dire della successiva Last Straw? Un inizio blues rock, splendido il lavoro delle chitarre e quella potenza scenica così simile a quella di uno dei suoi riferimenti e texana come lei Janis Joplin. I tempi sono diversi, il mondo è diverso, ma Jade Marie ha tutto per essere ricordata fra le migliori artiste texane e una di quelle che potrebbe portare avanti l’eredità della Joplin.

La ballata Beautiful Liar è intensa, potente e il testo lo è altrettanto quando ci parla di dipendenze e le vita segnate dall’abuso di sostanze. La voce, amici miei, come spesso ripeto quando parlo della Patek è una medicina per l’anima.
La produzione di Adam Odor è perfetta e crea attorno alla voce e alle canzoni di Jade, un vestito perfetto, niente è fuori posto e poi la presenza di collaboratori musicisti di livello eccelso aiuta molto: Rio Tripiano, i Midnight River Choir e soprattutto la meravigliosa chitarra di Dustin Schaefer (solista di una delle mie band preferite in assoluto: Shane Smith and the Saints).
Leave a Mark è una ballata country, una cavalcata al sole del canyon. Bellissimo l’intreccio fra la chitarra acustica e il sottofondo della pedal-steel così texano, così evocativo. L’arrangiamento è perfezione.
Le influenze del passato nella musica della Patek sono ben visibili, ma sempre declinate con per-sonalità e così Ruin a Good Thing le sonorità sembrano provenire dal country degli anni 80-90 e la sincerità con cui lei ci parla di lei sono proprie della musica country indipendente.
E’ quello che i fans di questo tipo di musica cerca: sincerità e cuore aperto.
L’assolo è una vera gemma, da brividi veramente.
L’intro di basso pulsante di I Won’t Be Used è anima soul e il testo che ci parla di come bisogna avere la forza di fronte ai maltrattamenti e alle umiliazioni è potente. Un’altra prestazione vocale pazzesca, la voce entra nell’anima e la scuote come faceva Janis, con la stessa disarmante sem-plicità e sincerità.
Il groove della splendida Vodooo Child è uno dei picchi del songwriting di questo disco: un brano che ci immaginiamo di ascoltare fra le strade di New Orleans e mi ha ricordato la leggendaria Ma-rie Laveau di Bobby Bare. Altro assolo fantastico che arricchisce una canzone dall’arrangiamento perfetto e dal ritmo avvolgente. Bellissima!
La splendida ballata Just to Survive è una riflessione sui veterani che tornano nella propria vita civile dopo una guerra. Una riflessione di una potenza espressiva notevole che la voce della Patek rende ancora più incisiva.

Un disco che ho atteso a lungo e che ripaga alla grande dell’attesa di quasi 5 anni. Un album che accontenterà i fan della musica del Sud, quella che viaggia trasversalmente dal country al southern, dal blues al soul. Vi innamorerete di una ragazza dalla voce incredibile, espressiva e potente che unisce a questo un talento nello scrivere canzoni davvero sopra la media.
10 canzoni a cuore aperto, poesie sincere e non banali, arricchite da musicisti di supporto e da una produzione di qualità assoluta.
Non lasciatevi sfuggire questa scoperta, ci rivedremo qui o sul mio blog Trex Roads fra qualche tempo e mi direte se non siete grati a Trex di avervi fatto scoprire un’artista che merita di stare nelle vostre playlist preferite e che è stata, anche per voi, una dolce medicina per l’anima.
E se non riuscirete a vederla dal vivo, aspettate il mio romanzo e potrete anche voi assistere ad un suo concerto assieme al “mio” Cody Myers e alla squadra di detective del Dipartimento di New Braunfels, ma questa, come si dice, è un’altra storia.

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.
www.trexroads.altervista.org

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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